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Dilemmi morali

Giugno 30, 2021 by barbara

Quando si tengono lezioni di conversazione online in italiano con studenti stranieri, il rischio di imbattersi in discussioni sociopolitiche è alto.

Ti faccio due esempi tratti dalla mia esperienza personale.

Ti ricordi il periodo “delle Sardine”? Oggi sembra passato un secolo da quando il “Movimento delle sardine” animava le piazze delle città italiane con centinaia di piccoli pesciolini a simboleggiare l’attivismo politico italiano emerso durante la campagna elettorale per le elezioni regionali in Emilia-Romagna del 26 gennaio 2020. (Invece, non sono passati neanche due anni, quelli della pandemia.)

In quel periodo, i miei studenti – che leggono quotidianamente le notizie in italiano o perlomeno quelle sull’Italia – mi chiedevano spesso informazioni a riguardo. Erano curiosi e così lo ero io. Per questo, decisi di partecipare all’ultima grande manifestazione di Bologna (certo, con il senno di poi avrei evitato una tale aggregazione di persone, ma allora eravamo ancora ignari di tutto e questa è un’altra storia).

In quei giorni mi capitò di fare una lezione di prova gratuita con una persona anglofona. Andammo sull’argomento e, quando gli accennai la mia esperienza, mi interruppe per ridermi in faccia e sghignazzare: “Non dirmi che sei una di quelle sardine?!”.

Sì, il suo italiano era piuttosto buono.

Il secondo esempio è più recente, risale a due giorni fa, quando ho tenuto la prima lezione di italiano con uno studente residente in un Paese UE. Non conosco ancora nulla di questa persona, ci siamo appena conosciuti.

La prima lezione gli è piaciuta e ha deciso di acquistarne altre dieci, tuttavia ci siamo accordati per cominciarle successivamente, perché sarebbe partito con la famiglia per un lungo viaggio in Italia.

“Vado in macchina così evito i controlli”, mi ha detto.

Quando non siamo d’accordo con i nostri studenti

Inutile dire che nel mio lavoro mi sorgono sempre molti dubbi.

Il dubbio che lo sconosciuto che mi trovo davanti abbia dei valori molto diversi dai miei, il dubbio che la moralità di quella persona sia molto diversa dalla mia (sul concetto di diversità ci torniamo), il dubbio che avrei dovuto difendere le mie idee o dire quello che pensavo (avrei dovuto?)

Ci ho pensato su molto e ho capito che devo imparare a convivere con questo dilemma: dare priorità alla lezione come contenitore o come contenuto?

Mi spiego meglio. L’obiettivo di una lezione di conversazione, correggimi se sbaglio, è quello di spronare lo studente a conversare, stimolando le sue capacità di ascolto, di interazione e di produzione orale. Per farlo, ti ho già raccontato come cerchi di trovare un argomento di discussione comune e di come questo inevitabilmente porti a esprimere delle opinioni, da entrambe le parti.

Certo, si può rimanere sempre su un “terreno neutrale”, ma quanto può durare una relazione in cui si parla solo di cucina, di giardinaggio o di cosa abbiamo comprato al supermercato? Prima o poi, gli studenti principianti passeranno di livello e vorranno esplorare nuove situazioni per ampliare il loro vocabolario.

La diversità di opinioni in una lezione di italiano

Sono andata a rileggere le indicazioni presenti nella la griglia di autovalutazione (self-assessment grid) secondo il CEFR (Common European Framework of Reference for Languages) per quanto riguarda le competenze di interazione e produzione orale di livello B2. Te ne riporto alcuni estratti:

Interazione orale – Riesco a partecipare attivamente a una discussione in contesti familiari, esponendo e sostenendo le mie opinioni.

Produzione orale – Riesco a esprimermi in modo chiaro e articolato su una vasta gamma di argomenti che mi interessano. Riesco a esprimere un’ opinione su un argomento d’attualità, indicando vantaggi e svantaggi delle diverse opzioni.

La parola “opinioni” ritorna diverse volte, anche nelle descrizioni di altri livelli, così come la parola “discussione”. È quindi inevitabile incontrare diversità di opinioni durante una lezione di italiano? E se il dibattito fosse il vero motore che motiva lo studente allo sforzo cognitivo con conseguenti benefici sull’apprendimento di una lingua?

Non lo so, forse dovrei appellarmi a Hegel e alla sua concezione di dialettica . O forse, per comprendere il valore della contrapposizione tra tesi e antitesi, basterebbe ritrovarsi in una lezione di italiano.

***

E tu? Hai mai affrontato dilemmi morali durante le tue lezioni di italiano? Come gestisci le diversità di opinioni tra te e i tuoi studenti? Se ti va, racconta la tua esperienza in un commento!

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Parliamo di conversazioni

Giugno 18, 2021 by barbara

Con un principiante non si può fare conversazione, ovviamente.

Ti ripropongo questa frase, scritta da un’insegnante di italiano per stranieri in una community online.

(Te l’avevo accennata qui, ti ricordi?)

Quando l’ho letta, ho pensato subito ai principianti più assoluti che conosco: i bambini.

Quando imparano a parlare, si può dire che i bambini facciano conversazione?

Una definizione di conversazione

La conversazione è uno scambio verbale tra due o più partecipanti, come tipo di attività socialmente organizzata, prevalentemente di carattere informale e basata sulla lingua parlata.

Tale definizione proposta dall’enciclopedia Treccani prosegue evidenziando l’aspetto dell’interattività, che presenta le seguenti caratteristiche (secondo una mia elaborazione – puoi verificare qui la fonte):

  • la presenza di due o più persone
  • codice, lingua e scopi condivisi, diversi in base al tipo di comunicazione e ai soggetti coinvolti
  • l’alternanza di turni
  • l’attribuzione vicendevole di conoscenze e credenze da parte degli interlocutori
  • la negoziazione di significato

Ok, abbiamo chiarito le condizioni necessarie affinché possiamo definire una certa situazione “una conversazione”. Ora vediamo un esempio.

Un esempio di conversazione in italiano

Due persone si ritrovano sedute l’una di fronte all’altra su un treno. Il primo è un signore di mezz’età, elegantemente abbigliato e con una ventiquattrore in mano. La seconda è un’adolescente in infradito, con una borsa da mare appresso. Lui è impegnato in una telefonata di lavoro, mentre lei manda un vocale a un’amica. Parlano la stessa lingua, ma quando concludono le loro attività, non iniziano nessuna conversazione perché non hanno niente in comune.

Poi, guardano fuori dal finestrino e si accorgono che sta iniziando a piovere. Lui ne è innervosito, fa un commento ad alta voce e i due iniziano a parlare del tempo. Così, l’uomo scopre che la ragazza sta andando in vacanza e ci rimarrà un settimana. La pioggia non la preoccupa, perché la sua destinazione è ancora lontana e perché – comunque – ci sono altri giorni disponibili per prendere il sole. Lei, scopre che l’uomo fa il pendolare e vive da solo: ha lasciato i panni stesi sul balcone e fino a sera non potrà tornare per ritirarli. Si bagneranno tutti.

Qualcosa in comune

Cosa impariamo da questa storia?

  • Che due persone iniziano una conversazione solo se ne hanno voglia
  • Che due sconosciuti iniziano a parlare del tempo perché è l’unica cosa che hanno in comune

Una lezione di conversazione con un principiante assoluto, non si discosta molto da questa situazione, con la differenza che certamente la volontà c’è: le due persone sono motivate a parlare perché condividono uno stesso scopo.

Quello che manca è qualcosa in comune. Qualcosa su cui concentrarsi per iniziare una conversazione.

Il ruolo dell’insegnante

È qui che il ruolo di insegnante diventa fondamentale: deve trovare qualcosa su cui lavorare insieme. Questo può essere una fotografia (magari presa da questo sito), la pagina di un manuale di livello A1 (qui e qui ci sono alcuni esempi), il primo capitolo di una lettura semplificata in italiano (la mia preferita è questa).

A quel punto, l’insegnante dovrà essere abile a stimolare lo studente a leggere e ripetere parole e frasi semplici, basate su quello che entrambi stanno osservando.

Si può chiamare “conversazione” quella?

A te la parola!

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Ti racconto una lezione di italiano: conversazione B1/B2

Giugno 11, 2021 by barbara

Faccio parte di diversi gruppi di insegnanti di italiano per stranieri, online e non. Trovo questi ambienti molto stimolanti: qualche volta vi leggo affermazioni che mi fanno arrabbiare (l’altro giorno una donna ha detto una frase del tipo “ovviamente non si può fare conversazione con un principiante”*), altre volte le discussioni sono davvero un pozzo di conoscenza.

Ho notato che uno degli argomenti più “caldi” riguarda i temi di conversazione con gli studenti. In pratica, dopo un po’ di tempo, gli insegnanti faticano a trovare nuove idee da proporre agli studenti. Questo accade specialmente con studenti avanzati, diciamo di livello B1/B2. Come forse puoi immaginare, il racconto della propria vita quotidiana si esaurisce velocemente.

Come fai tu in questi casi? Personalmente, dò sfogo alla mia creatività 😉

Ho cercato articoli di giornale, video di YouTube, episodi di podcast… e alla fine ho capito che c’è un genere di contenuto italiano estremamente facile da didattizzare e molto versatile: l’intervista.

Ti racconto una lezione di conversazione in italiano basata su un’intervista

La prima cosa che faccio è assegnare un compito a casa con una settimana di anticipo prima della lezione.

Il compito in questo caso è la visione di un’intervista a video.

Se lo studente è di livello B1 (indicativamente, perché come sai i livelli variano a seconda delle competenze: lettura, comprensione, produzione scritta, produzione orale) allora propongo un video sottotitolato (come ad esempio quelli di Freeda o di The Pillow).

Se invece il livello è un B2, allora è meglio un video senza sottotitoli.

Prendiamo quest’ultimo caso: ti invito a visionare questa intervista a Dacia Maraini.

L’intervista comprende 10 domande alla famosa scrittrice. Tra queste, la maggior parte possono essere riproposte allo studente stesso, dopo essere state leggermente modificate.

Ecco come ho deciso di modificarle:

1. Che tipo di lettrice/lettore sei?
2. Quali sono i temi e i luoghi ricorrenti nei libri che leggi?
3. Quale romanzo consiglieresti a un’amica?
4. Qual è la tua parola preferita?
5. C’è una parola che detesti?
7. Qual è il tuo rapporto con la lingua italiana?
9. Quanto ti senti italiana/o?
10. Come descriveresti l’Italia vista dall’estero?

Hai capito, vero? In questo modo, lo studente (o la studentessa) è maggiormente invogliata a prestare attenzione alla risposta dell’intervistata, perché poi toccherà a lui (o a lei) rispondere.

Ho provato questo tipo di attività con diversi studenti e ogni volta ho avuto risultati sorprendenti, sempre molto positivi dal punto di vista della ricettività (e così si risolve anche questo problema sollevato da una lettrice poco tempo fa).

Per esempio, una studentessa ha iniziato a raccontarmi molte storie personali, senza mai menzionare l’intervista. Un’altra, più riservata, ha preferito spostare il discorso sulle risposte date da Dacia Maraini, dandomi la sua opinione a riguardo. Ancora, un’altra persona ha preferito scrivermi le risposte e me le ha mandate prima della lezione: in questo modo ci siamo concentrate sugli aspetti sintattici della sua produzione scritta, più che sul contenuto della stessa.

Insomma, le interviste in italiano permettono di prendere numerose strade, tutte interessanti da un certo punto di vista e tutte preziose per chi, come noi, ogni giorno cerca nuovi modi per stimolare i propri studenti stranieri che vogliono imparare italiano in modo autentico.

 

E tu, hai mai usato le interviste per insegnare italiano ai tuoi studenti? Se ti va, racconta la tua esperienza in un commento!

Grazie 🙂

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PS.

* La prossima volta, ti spiego perché secondo me è possibile fare una lezione di conversazione in italiano anche con un principiante 😉

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Il senso di un corso di italiano multilivello online?

Maggio 28, 2021 by barbara

È successo tutto molto velocemente. Un attimo prima mi trovavo tranquilla davanti al mio computer e l’attimo dopo eccomi con un nuovo impegno in calendario: un corso di italiano per stranieri con lezioni bisettimanali, di tre ore ciascuna.

Buono, penserà qualcuno. Anche solo per il fatto che si tratta di lavoro e lavorare è sempre una buona cosa, coi tempi che corrono. E poi che fortuna! L’azienda committente (nella fattispecie una società cooperativa) ha deciso di affidarlo proprio a me.

Già. Peccato che, solo dopo aver accettato, mi sono stati rivelati i dettagli del progetto e cioè che il corso sarebbe stato indirizzato a sette donne di origine africana, residenti in Italia (“Italiano L2”) e… con livelli linguistici differenti. Ah, il tutto online.

Tu hai mai tenuto un corso di italiano multilivello online? Io non l’avevo mai fatto.

Cosa aspettarti da una lezione online di un gruppo multilivello

Ti faccio un breve riassunto di come è andata la prima lezione, usando alcune parole chiave, ne bastano poche:

  • Scopa. Quella che la signora nigeriana passava sul pavimento mentre io parlavo dall’alto dello scaffale della sua cucina, appoggiata al barattolo del riso. Mi ha spostata verso l’ora di pranzo.
  • Ramadan. In base al calendario o alla luna, il Ramadan avrebbe potuto finire in concomitanza con la successiva lezione di italiano, a cui quindi la maggior parte delle corsiste non avrebbe partecipato. Il dibattito è cominciato alle 9 del mattino e alle 12 non era ancora finito.
  • Facce. Ogni volta che chiedevo di “aprire la “chat”, il team smartphone intonava: “Barbara, io non vedo tua faccia!”. Ogni volta che facevo partire la condivisione dello schermo, il team tablet rispondeva: “Ci sono le facce a destra!”

Non solo problemi tecnici…

I problemi tecnici sono una variabile da considerare in qualsiasi corso online, specialmente all’inizio, ma non sono insormontabili. Si può imparare a usare Skype o Zoom o Google Meet. Tutto si può imparare, prima e durante le lezioni: solo così, sbagliando e provando, gli studenti si potranno abituare al nuovo strumento (per loro è probabile che lo sia!). Piano piano tutto andrà meglio, ma c’è un aspetto che non si può cambiare: la diversità degli studenti.

La signora nigeriana si è messa a fare i lavori di casa perché la lezione le risultava priva di valore: non capiva una parola di quello che dicevamo io o gli studenti più avanzati.

D’altra parte, due delle corsiste – con una laurea presa nel loro Paese e residenti in Italia da più di dieci anni – sapevano già tutte le risposte prima ancora che le altre partecipanti potessero capire le domande.

Due cose che ho imparato sui corsi multilivello

  1. Avere un libro da seguire è molto utile, ma non basta. Ho acquistato un manuale di livello intermedio in versione digitale, da condividere con le corsiste: ho potuto così spronare le principianti a commentare le immagini in modo semplice e spingere le più avanzate ad argomentarle con idee e supposizioni. Questo mi è servito per indagare meglio le loro esigenze e le loro lacune, per poterle colmare la volta successiva con slide e altro materiale che ho creato ad hoc.
  2. Diversificare le attività è fondamentale. Ho scelto consapevolmente di non dividere il gruppo in sottogruppi, ma di rimanere sempre insieme, ma ho diversificato le attività: le principianti leggevano per prime i dialoghi, le avanzate ne facevano un riassunto per il gruppo e infine le intermedie svolgevano gli esercizi. Ognuna di loro doveva poi scrivermi qualcosa a riguardo nella chat: chi una parola più semplice, chi una frase più complessa. La stessa cosa è valsa per la produzione orale.

Ha senso fare un corso di italiano multilivello online?

Un corso multilivello, a prescindere, non dovrebbe nemmeno esistere. Questo era il mio pensiero prima di ritrovarmici dentro fino al collo. Perché la realtà è un po’ diversa dalla teoria che ti spiegano nei manuali di didattica dell’italiano a stranieri. La realtà è fatta di compromessi, economici e pratici, e – per fortuna – è fatta anche da chi crede nel valore dell’inclusione.

Certo, oggi ti ho raccontato un caso un po’ estremo e anche piuttosto particolare, ma non del tutto eccezionale. I progetti di Italiano L2 con migranti sono spesso caratterizzati da una commistione di influenze culturali e da diversità anagrafiche e linguistiche.

Dopotutto, imparare una lingua straniera è in sé un percorso di confronto con la diversità e in fondo il senso sta proprio nel darle valore. Tu cosa ne pensi?

Se ti va, fammi sapere il tuo pensiero in un commento. (Perché il corso non è ancora finito…)

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Come si strutturano le lezioni di italiano online?

Maggio 14, 2021 by barbara

Strutturare una o più lezioni di italiano online presenta delle diversità rispetto alla situazione in aula. Le differenze vanno dalle più evidenti, come l’impossibilità degli studenti di muoversi per interagire liberamente con gli altri compagni o quella di utilizzare giochi che coinvolgono il corpo o altri oggetti, a quelle meno evidenti.

Scopriamo insieme queste ultime, attraverso un’attenta analisi di tutte le tipologie di lezioni online che potresti avere necessità di strutturare. Ma prima, ripassiamo insieme le fasi della lezione e vediamo se e come possiamo applicarle anche online.

Le fasi di una lezione online

Ti abbiamo già parlato della fasi di una lezione e forse ti ricordi che avevamo menzionato il fatto che esistono diversi modelli. Uno di questi è chiamato PPP framework e ho deciso di utilizzarlo per spiegarti come normalmente strutturo le mie lezioni online di italiano. Il nome del modello deriva dalle fasi che lo costituiscono: Presentation, Practice, Production. Versioni più dettagliate prevedono anche una fase iniziale di Warm-Up e una declinazione dell’ultima fase in Controlled Practice e Free Practice, più il Cooler finale. A conti fatti, ci ritroviamo con 5 fasi.

1. Come strutturare lezioni di conversazione in italiano online

Le lezioni di conversazione di italiano online, non hanno bisogno di una grande struttura.

Tuttavia, col crescere della relazione tra studente e insegnante, chiacchierare del più e del meno può diventare insufficiente a tenere viva la motivazione dell’apprendente, che vorrà addentrarsi in temi sempre più stimolanti. Quello seguente è il modo, rodato più volte, in cui strutturo le lezioni di conversazione di italiano online:

  1. Warm-up: il cosiddetto small talk, ovvero “le chiacchiere” vengono confinate qui. Ci salutiamo con le formule consuete che oramai gli studenti hanno appreso e poi chiedo loro di raccontarmi della settimana appena trascorsa.
  2. Presentation: per dedicare il maggior tempo possibile alla conversazione, faccio in modo che questa fase sia antecedente alla lezione. Mando a ciascuno studente del materiale autentico da leggere, guardare o ascoltare durante la settimana, al fine di essere allineati su un certo tema da discutere insieme.
  3. Controlled practice: invito gli studenti a parlarmi del tema della settimana (es. le impressioni su un video, su un articolo o sull’episodio di un podcast); è questo il momento in cui, mentre loro parlano, io prendo appunti.
  4. Free practice: propongo loro di lavorare su alcune frasi da loro pronunciate, individuando i problemi e cercando soluzioni. Infine, confermo le loro intuizioni o aggiungo spiegazioni laddove necessario.
  5. Cooler: chiedo un riscontro su come sia andata l’attività, domando quale tipo di materiale vogliano ricevere per la volta successiva (audio, visuale, scritto…) oppure se c’è un tema particolare di loro interesse, che vorrebbero approfondire. Ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla settimana seguente.

2. Come si dovrebbero strutturare delle lezioni di italiano di coppia online?

Nello stesso identico modo, ma tenendo bene a mente un aspetto importante.

Se i partecipanti alla lezione sono due, ma utilizzano lo stesso account, l’insegnante non potrà controllare i turni di parola dei partecipanti. Il microfono infatti sarà condiviso, così come il destinatario della messaggistica (per capirci, non sarà possibile inviare loro messaggi privati come succede, ad esempio, nei gruppi).

Se uno dei due studenti sovrasta l’altro (cosa che accade spesso, ad esempio, nel caso in cui i partecipanti siano moglie e marito), è molto probabile che la frequenza degli errori aumenti.

Quindi, mi appunto le frasi o le parole (pronunciate da chi ha parlato maggiormente) che potrebbero essere migliorate e, al momento giusto, le ripropongo nella chat. In pratica le scrivo e poi le invio in modo che la coppia possa ragionarci su.

Di solito chiedo loro di riflettere insieme su quale possa essere il problema e su quale possano essere possibili soluzioni. Continuo così, finché l’equilibrio di presa di parola tra i due si sia ristabilito.

3. Come strutturare lezioni di gruppo online (italiano per stranieri)

Le lezioni di gruppo, anche se online, hanno bisogno di una struttura più definita: non basterà mandare qualcosa da discutere prima della lezione, perché i gruppi sono più complessi da gestire. Lo spazio per l’improvvisazione c’è, ma bisogna saperlo maneggiare.

Infatti, preparare una presentazione è fondamentale. Serve per canalizzare l’attenzione dei partecipanti, per avere una sorta di “mappa condivisa” per muoversi con più facilità all’interno della lezione.

La presentazione non dovrà essere lunga e complessa, al contrario. Basteranno, ad esempio, 5 slide: una per ogni fase della lezione.

  1. Warm-up: di solito propongo la foto di un piatto che ho cucinato nel weekend, di un posto che ho visitato, di un libro che ho letto e sotto scrivo una domanda: “Cos’hai fatto tu nel fine settimana?”. Niente di più semplice per attivare la conversazione.
  2. Presentation: presento il tema attraverso una foto, il link a un testo, un video… la condivisione dello schermo permette di fare magie, con gli spettatori sempre in prima fila.
  3. Controlled practice: mostro alcune espressioni da usare o del lessico specifico o alcuni verbi declinati in un certo tempo. Una slide di questo tipo aiuta gli studenti a impegnarsi nella produzione orale sul tema che stiamo affrontando a lezione.
  4. Free practice: la funzione della chat della piattaforma online che si sta utilizzando diventa preziosissima in questa fase. Cerco sempre di invitare gli studenti a scrivere qualcosa e a inviarlo a tutti tramite chat. Questo mi permette di stimolare commenti, fare domande al diretto interessato e approfittarne per correggere un po’ di grammatica.
  5. Cooler: per finire, propongo un piccolo gioco, magari collegato all’inizio della lezione. Ad esempio, mostro agli studenti tre diverse foto di attività da fare il fine settimana o tre diversi piatti. Poi, chiedo loro cosa pensano che farò il prossimo weekend. La settimana successiva lo rivelerò.

Due considerazioni finali

Prima ancora di strutturare una lezione di gruppo online, l’insegnante di italiano deve diventare molto bravo o brava a destreggiarsi tra i tasti “condividi schermo” e “interrompi condivisione”. Imparare a utilizzare al 100% la piattaforma online che si propone agli studenti è importantissimo. Per esempio, lo sapevi che Zoom dispone della funzione “lavagna” e che è possibile impostare l’audio in modo condiviso (per esempio nel caso si volesse proporre la visione di un video). Informarsi è il primo passo per una lezione di successo.

Infine, una questione meno tecnica ma non meno importante. Per me, lo spazio di parola degli studenti è sempre prioritario e il cosiddetto teacher talking time deve essere secondo. Tuttavia, il turno di parola dell’insegnante deve essere rilevante: basterà trasmettere anche solo un concetto in una lezione, ma questo deve essere chiaro e arrivare in modo diretto. Deve essere memorabile.

E tu? Come hai strutturato finora le lezioni di italiano online con i tuoi studenti? Se ti va, raccontalo in un commento!

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Qual è il giusto compenso per un insegnante di italiano online?

Aprile 27, 2021 by barbara

Insegno italiano agli stranieri da poco più di due anni. Mi sono fin da subito specializzata nell’insegnamento dell’italiano online, ma ho avuto qualche esperienza anche in presenza, presso scuole e aziende private.

Ho una laurea specialistica in un ambito non linguistico, ma ho conseguito una certificazione per insegnare italiano agli stranieri presso un’università italiana.

Ho esperienza d’insegnamento con moltissimi studenti anglofoni, alcuni ispanofoni, pochi francofoni e saltuari casi provenienti da luoghi diversi: Turchia, Germania, Polonia, Croazia e due differenti Paesi africani.

Quanto può valere, secondo te, una mia ora di lavoro come insegnante di italiano online?

Domanda difficile? Ok, vediamo se posso aiutarti con qualche dettaglio in più.

La frequenza con cui insegno italiano è quotidiana: tutti i giorni parlo con almeno due studenti, per un totale di 20 lezioni individuali settimanali. È da diverso tempo che non insegno a gruppi, mentre ho imparato a gestire con sicurezza le lezioni individuali.

Ho sviluppato nel tempo un approccio per me efficace, basato su un semplice principio: personalizzare il più possibile le lezioni per mantenere alta la motivazione del mio studente o della mia studentessa.

Il tempo che dedico a ciascuno non si esaurisce nello spazio della lezione, ma prosegue con la ricerca e l’invio di compiti da svolgere per la volta successiva.

Nello spazio in cui le nostre videocamere e i nostri microfoni sono accesi, invece, mi impegno a mantenere un equilibrio tra autorevolezza e confidenzialità: voglio che lo studente si senta a suo agio e si crei tra noi un clima amichevole, ma deve anche percepire il valore del denaro speso per parlare con me ogni settimana.

Quel denaro, qualche volta finisce direttamente nelle mie tasche (perché lo studente mi ha contattato direttamente), altre volte passa attraverso l’intermediario che me lo ha “procurato”, nella fattispecie una scuola o un’azienda.

Ora sapresti rispondermi?

Quanto valgo, secondo te, come insegnante di italiano per stranieri?

Forse sei tra quelli che pensano che io sia ancora una principiante. Due anni di esperienza complessiva sono davvero pochi, specialmente quando ci sono persone che hanno dedicato la loro vita alla formazione e magari vantano pure qualche pubblicazione.

O magari sei tra chi reputa l’esperienza più rilevante, quando si tratta di insegnamento. Dopotutto, 20 studenti sono molti e organizzare corsi personalizzati per ciascuno di loro dev’essere un bell’impegno!

E poi, c’è la questione dell’online. Come avrai capito, io lavoro principalmente in questa modalità, che permette di ridurre i costi al minimo: niente libri, niente benzina per raggiungere scuole lontane, niente slide da preparare dal momento che si tratta perlopiù di lezioni di conversazione.

Sono certa, che mentre leggevi la mia storia avrai fatto un paragone con la tua. Forse è simile su certi aspetti, ma diversissima per altri.

Di una cosa, però, sono certa: entrambi ci siamo chiesti almeno una volta quale sia il giusto compenso da richiedere (o pretendere?) quando ci viene proposto di iniziare un nuovo corso di italiano per stranieri.

Mi piacerebbe molto sapere qual è la tua, di risposta…. O magari di storia 😉

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Creare un corso A2 di italiano online con un ebook – Parte 2

Aprile 15, 2021 by barbara

La volta scorsa ci eravamo lasciati con la prima parte di un dettagliato articolo su come realizzare un corso di italiano online basato su un ebook. Avevamo scelto “L’amore ai tempi del supermercato“, una storia ambientata in Italia e pensata per studenti stranieri di livello A2.

Tra una lezione e l’altra, avevamo proposto dei compiti da fornire alla classe prima che gli studenti si incontrassero nuovamente online. Riprendiamo ora da dove eravamo rimasti…

Compiti per lezione 6:

  • ascoltare il capitolo 5 dell’ebook
  • ripassare l’aggettivo
  • fare un piccolo esercizio (facoltativo)

Lezione 6: aggettivi e ordine

Siamo arrivati al capitolo 5 dell’ebook “L’amore ai tempi del supermercato”. Il protagonista Claudio si trova spiazzato da una situazione inaspettata e fa degli errori di distrazione, come dimenticarsi la spesa nel carrello.

In fondo al capitolo c’è un interessante esercizio legato al tema dell’ordine o, se vogliamo, della confusione. Dopo aver concluso la consueta lettura collettiva del capitolo e aver verificato che tutte le parole siano chiare ai tuoi studenti, proponi l’esercizio di riordino delle frasi, scegliendo uno studente per frase.

Poi, ti suggeriamo di lavorare sul tema degli aggettivi, per allenare gli studenti a trovare la giusta concordanza con il nome. Dì loro, con l’aiuto di un dizionario online, di aggiungere gli aggettivi ai sostantivi che incontrano in un paragrafo scelto da te. Dai loro 5 minuti di tempo, così che poi ciascuno possa leggere la propria frase alla classe.

Ad esempio potresti prendere questo paragrafo:

“Mentre torna a casa, Claudio pensa che in qualche modo deve rivedere Elisa. Così, decide di tornare ogni sera alla stessa ora al supermercato, per provare a incontrare di nuovo l’unica donna che ha amato veramente in tutta la sua vita.”

Poi, mostra loro come potrebbe cambiare, aggiungendo degli aggettivi:

“Mentre torna alla sua piccola casa, Claudio pensa che in qualche modo intelligente deve rivedere Elisa. Così, decide di tornare ogni sera alla stessa ora all’affollato supermercato, per provare a incontrare di nuovo l’unica e favolosa donna che ha amato veramente in tutta la sua vita avventurosa.”

Scegline poi un altro e invitali a fare lo stesso. Per esempio, questo:

“Elisa mette la spesa nelle buste ed esce dal supermercato. Claudio, con le bottiglie di vino in mano e la testa piena di ricordi, osserva la ragazza andare via.”

Questo esercizio ti permette anche di far ragionare i tuoi studenti sulla posizione dell’aggettivo nella lingua italiana.

Compiti per lezione 7:

  • ascoltare il capitolo 6 dell’ebook
  • proseguire la produzione scritta dell’elaborato

Lezione 7: fissare i concetti

Questo capitolo ti permette di fare il punto della situazione. Siamo al “giro di boa”: gli studenti hanno già alle spalle la prima metà del corso, hanno incamerato diversi concetti e forse è il caso di fare una piccola verifica.

Alla fine del capitolo, compare un nuovo esercizio sulle preposizioni. Inoltre, il testo presenta molti aggettivi da individuare e, nella prima parte, ci sono diversi riferimenti temporali che potrebbero essere sostituiti con degli avverbi di frequenza. Ecco un estratto, per farti capire meglio:

“Passano i giorni e alle 6 Claudio è sempre lì, in quel supermercato.
Fa lo stesso giro ogni volta, mette poche cose nel carrello, osserva le altre persone e va a pagare.
Tutte le sere.
Sono già due settimane che non esce con una ragazza, i suoi pensieri sono solo per Elisa.
“Forse non viene più”, pensa a volte demoralizzato.
È diventato quasi una celebrità tra i clienti abituali. Le signore anziane ormai sanno chi è e parlano solo di lui, di quel bel ragazzo triste che cerca disperato la donna dei suoi desideri.”

Potresti proporre agli studenti un esercizio di sostituzione delle parole evidenziate, usando uno dei seguenti avverbi di frequenza: raramente, mai, sempre, di solito, frequentemente, abitualmente, saltuariamente…

Infine, ti faccio notare che il capitolo è scritto al presente: perché non proponi alla classe di trasformarlo al passato?

In questo modo, avresti ripassato con loro ciascun tema visto in precedenza e – mentre la storia prosegue – avresti stimolato la loro memorizzazione, in un modo per nulla invasivo.

Mi raccomando: ricorda sempre ai tuoi studenti di lavorare sul testo tematico di cui abbiamo parlato prima, che dovranno presentare nell’ultima lezione.

Compiti per lezione 8:

  • ascoltare il capitolo 7 dell’ebook
  • ripassare “Mi piace” e “Mi interessa”
  • fare un piccolo esercizio (facoltativo)

Lezione 8: esprimere interesse

Il capitolo 7 dell’ebook parla di un buffo equivoco. Alla fine del capitolo, c’è un esercizio di tipo “cloze test”, in cui cioè lo studente dovrà riempire gli spazi vuoti in una frase con una parola. In questo caso, ci sono delle opzioni possibili e una di queste è “interessano”, che apre il tema di come esprimere interesse in italiano.

Oltre alle più consuete formule come “Mi piace” (per altro, per nulla semplice per studenti stranieri), esiste anche “Sono interessato a…” oppure “Mi interessa…”. Arrivati a questo punto del corso, potrebbe essere considerato di valore per gli studenti apprendere formule complesse come queste, fondamentali per lo scopo (ahimè, in italiano non esistono alternative più semplici per esprimere interesse!).

Il nostro suggerimento è quello di mettere tutto nero su bianco (anzi, meglio se colorato!) in una manciata di slide che chiarifichino per bene l’uso di queste espressioni.

Infine, per la parte di conversazione, puoi invitare gli studenti a creare tre frasi per esprimere interesse rispettivamente con “Mi piace”, “Mi interessa” e “Sono interessato/a a…”

Compiti per lezione 9:

  • ascoltare il capitolo 8 dell’ebook

Lezione 9: l’importanza della comunicazione

Eccoci alla fine di questa storia fresca e divertente. Nell’ultimo capitolo, il finale apre diverse possibili discussioni. Ma prima, siamo sicuri che i tuoi studenti avranno molte domande per te. Per esempio, in un passaggio compare l’espressione “Non mi interessa!” che tu hai spiegato nella scorsa lezione. Per permettere ai tuoi studenti di usare le nuove espressioni che hai da poco insegnato loro a un livello più complesso, perché non prepari alcune domande come queste:

“La storia ti ha interessato?” – “La storia era di tuo interesse?” – “Ti è piaciuta la storia?” – “Ti è piaciuto il personaggio di Claudio?” – “Ti è piaciuto il personaggio di Elisa?” – “Quale personaggio ti è piaciuto di più?” – “Quale aspetto della storia ti ha interessato di più?”

Queste domande, ti permetteranno non solo di far fare pratica ai tuoi studenti, ma anche di dare una degna conclusione alla lettura collettiva appena terminata.

Come potrai notare, lezione dopo lezione, il tuo ruolo di guida sarà sempre meno visibile perché – con il passare del tempo – il corso avrà acquisito un nuovo importante valore per i tuoi studenti: quello relazionale. I partecipanti avranno auspicabilmente imparato a conoscersi e, soprattutto, a interagire e comunicare tra loro in italiano. Lascia loro tutto lo spazio necessario per esprimersi, perché questa libertà darà loro sicurezza e consapevolezza dei progressi fatti.

Compiti per lezione 10:

  • completare l’elaborato scritto
  • inviare l’elaborato all’insegnante (se lo reputi necessario)

Lezione 10: presentazione dell’elaborato

Siamo arrivati all’ultima lezione di questo dettagliato corso di italiano online per stranieri livello A2, iniziato qui. Gli studenti oramai si sentiranno parte di un gruppo, avranno acquisito confidenza e vorranno fare qualcosa di speciale per concludere il percorso fatto insieme. Per questo, ti suggeriamo di lasciare loro quanto più spazio di questa lezione ti sia possibile. È questo il loro tempo, quello della produzione orale attraverso l’esposizione della loro produzione scritta.

Ti suggeriamo di procedere nel seguente modo, per riuscire a coinvolgere tutti e a non escludere nessuno. Chiedi a ciascuno studente di leggere il proprio testo agli altri, lentamente. Mentre lo studente di turno legge, gli altri sono invitati ad appuntarsi una domanda legata alla storia appena ascoltata.

Un consiglio: chiedi agli studenti di inviarti l’elaborato con largo anticipo, in modo che tu possa inviare privatamente a ciascuno le correzioni grammaticali del proprio testo e creare una presentazione con i loro elaborati corretti. Questo ti permetterà – in fase di lezione – di concentrarti sul contenuto, piuttosto che sulla forma.

Una volta che tutti gli studenti avranno esposto la propria storia, è il momento delle domande. L’obiettivo è quello di arrivare ad avviare tra i partecipanti delle conversazioni spontanee, seppur guidate, dato il livello.

Cosa ne pensi?

Se mi hai seguito fin qui, ti sarai sicuramente fatto o fatta un’idea su cosa può funzionare o meno con i tuoi studenti. Ti andrebbe di farmelo sapere in un commento? C’è qualche lezione che ti sembra particolarmente interessante? C’è qualcosa che cambieresti o che “non ti torna”?

Prima di salutarti, ti lascio qualche utile link:

Prima parte | Ebook “L’amore ai tempi del supermercato” | Ebook di tutti i livelli | Lascia un commento

A presto!

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Livello A2: Realizzare un corso di italiano online con un ebook

Aprile 9, 2021 by barbara

Questo è un articolo molto pratico: un dettagliato programma per strutturare un corso di italiano online basato su uno degli ebook disponibili sul catalogo di EasyReaders.org.

Abbiamo scelto “L’amore ai tempi del supermercato” di Michela Guida ed Emanuele Stefanori, un testo scritto e pensato per studenti di italiano come lingua straniera di livello A2. La versione audio del libro è disponibile gratuitamente su SoundCloud.

Abbiamo suddiviso il corso in 10 lezioni, ciascuna della durata non inferiore ai 30 e non superiore ai 60 minuti, immaginando un numero di partecipanti compreso tra 5 e 10.

Ogni paragrafo corrisponde a una lezione e, tra una lezione e l’altra, abbiamo provveduto a fornire idee per assegnare compiti agli studenti.

Ogni lezione è pensata per sviluppare tutte le competenze linguistiche: ascolto, lettura e produzione orale (in alcuni casi anche scritta). Abbiamo cercato di prediligere lo spazio legato alla discussione, ma senza trascurare la grammatica.

Gli aspetti grammaticali che verranno “coperti” dal corso sono: gli avverbi di frequenza, le preposizioni, il tempo presente e il tempo passato (indicativo imperfetto), la concordanza degli aggettivi.

Prerequisiti

Siamo sicuri che tu conosca bene i prerequisiti affinché tutto proceda senza intoppi, ma forse è sempre bene fare un piccolo ripasso insieme:

  1. Scegli la piattaforma che ti è più congeniale e invia istruzioni dettagliate su come effettuare l’accesso, con largo anticipo. Non dare mai nulla per scontato.
  2. Informa gli studenti che verrà dato loro lo spazio per presentarsi, in modo tale che i più timidi possano prepararsi e che sia più facile rompere il ghiaccio. Potresti dare loro un compito specifico (ma semplice) come, ad esempio, fare una foto al loro supermercato preferito.
  3. Fornisci ai tuoi studenti il link per acquistare l’ebook su cui si basa il corso. Non è obbligatorio, ma sicuramente sarà di grande supporto per loro.

Lezione 1: il contesto e la verifica del livello A2

Bene, ora passiamo al contenuto della prima lezione. Prima di tutto, ti suggeriamo di preparare una tua breve presentazione, utilizzando delle fotografie personali, ad esempio della città in cui vivi o della tua casa e, soprattutto, del tuo supermercato preferito.

Chiedi poi agli studenti di fare lo stesso: raccontare qualcosa di sé e mostrare poi la foto del loro supermercato. Se il gruppo è ristretto, puoi chiedere a ciascuno di avviare un breve condivisione del loro schermo per mostrare agli altri la foto; ma se il gruppo è più numeroso o se vuoi evitare intoppi, chiedi loro di inviarti la foto prima della lezione e inserisci tu tutte le foto in una presentazione. Gli studenti si sentiranno coinvolti e saranno più motivati a prendere parola.

A questo punto, avrai introdotto il tema del supermercato, che è il luogo dove si svolge la storia che leggerete insieme nel corso delle 8 lezioni centrali (la prima e l’ultima svolgono l’importante funzione di apertura e di chiusura del corso).

In base al tempo che ti rimane a disposizione, puoi approfondire il tema del supermercato con ulteriori immagini e informazioni circa il funzionamento e le caratteristiche dei supermercati italiani.

Compiti per lezione 2:

  • ascoltare il capitolo 1 dell’ebook
  • ripassare i vocaboli della casa

Lezione 2: la casa e il racconto di sé

Per prima cosa, ti suggeriamo di iniziare chiedendo agli studenti se hanno ascoltato la registrazione del primo capitolo e quante volte è stato necessario farlo prima di comprenderne il senso.

Poi, puoi iniziare la lettura del testo, mettendo in condivisione il tuo schermo oppure chiedendo a ciascuno di visualizzare la propria copia dell’ebook “L’amore ai tempi del supermercato” sul proprio. L’ideale è procedere “da punto a punto”: a turno, ogni studente legge una frase, compreso l’insegnante. N.B. Il primo capitolo è scaricabile gratuitamente qui.

A questo punto, puoi passare alle “parole difficili”: chiedi loro se ci sono delle parole che non hanno capito e, in caso tutto sia chiaro, fai tu delle verifiche. Per esempio, nel glossario di questo capitolo ci sono ottimi spunti di riflessione: la parola “biglietto” nel testo ha un certo significato, ma potresti insegnare ai tuoi studenti che in italiano questa parola si usa anche in molte altre occasioni, come un “biglietto di auguri” oppure un “biglietto del treno”. Poi c’è la parola “dongiovanni”, che apre a interessanti discussioni. “Conoscete un dongiovanni?” o magari “Siete mai stati dei dongiovanni?”.

Dopo aver rallegrato l’atmosfera, si può passare al cuore della lezione, passando dalla storia al tema didattico vero e proprio. Il protagonista, infatti, vive in un “loft” di Roma, un tipo di casa piuttosto particolare. Da questo spunto, potresti introdurre il tema della casa, realizzando delle slide con immagini che rappresentano diversi tipi di case che si trovano in Italia: l’appartamento, la villetta a schiera, la villa di campagna, la casa padronale, il loft… Chiedi ai tuoi studenti qual è la loro casa preferita e in quale tipo di casa vivono attualmente. Senz’altro ognuno di loro saprà fornirti una risposta.

Compiti per lezione 3:

  • ascoltare il capitolo 2 dell’ebook
  • ripassare gli avverbi di frequenza
  • fare un piccolo esercizio (facoltativo)

Lezione 3: le abitudini e gli avverbi di frequenza

Come prima, comincia col verificare che gli studenti abbiano fatto i compiti: ascoltare il secondo capitolo dell’ebook, ripassare gli avverbi di frequenza. Poi, proponi di leggerlo insieme: puoi procedere con turni di parola come la volta precedente, oppure puoi invitare uno o due studenti a dividere la lettura su due turni. In tal caso, dovrai essere bravo o brava, successivamente, ad attribuire altri piccoli compiti agli studenti che non sono stati coinvolti attivamente nella prima parte della lezione.

In questo capitolo il protagonista va a fare la spesa, perché si è ricordato di avere il frigo vuoto. Sembra farlo senza una particolare pianificazione, in linea con il suo stile di vita liberale. Partendo da questa considerazione, potresti sviluppare una discussione sul tema delle abitudini, proponendo ai tuoi studenti domande come queste:
“Quando vai a fare la spesa?”- “Quante volte a settimana mangi carne?” – “Quanto spesso ceni (o cenavi) al ristorante?”

Domande simili ti permettono di utilizzare gli avverbi di frequenza: mai, spesso, sempre, di solito, raramente e così via. Potresti realizzare una o più slide dove queste parole siano ben visibili e poi proporre diverse versioni associate a un’immagine diversa: il supermercato, la farmacia, il parco, il mare, la montagna, un negozio di vestiti… L’obiettivo, come avrai capito, è quello di lasciare che i tuoi studenti compongano frasi semplici in cui raccontano agli altri le loro abitudini.

Compiti per lezione 4:

  • ascoltare il capitolo 3 dell’ebook
  • ripassare le preposizioni
  • fare un piccolo esercizio (facoltativo)

Lezione 4: le preposizioni e le opinioni

Oramai ti sarà chiaro il meccanismo: in vista di ogni nuova lezione gli studenti hanno il compito di prepararsi al capitolo che verrà letto insieme, ascoltando la registrazione audio disponibile gratuitamente online.

Il capitolo 3 dell’ebook “L’amore ai tempi del supermercato” è davvero coinvolgente. La scena di svolge da un reparto all’altro e nel lettore si crea una certa tensione. Alla fine del capitolo c’è un utile esercizio sull’uso delle preposizioni, che ti suggeriamo di utilizzare per la parte grammaticale della lezione.

Oltre a essere piuttosto interessante, questo capitolo è anche un po’ complesso dal punto di vista della sintassi. Il tema delle preposizioni, poi, mette sempre gli studenti piuttosto in crisi, quindi probabilmente in questa lezione ti rimarrà poco tempo per la conversazione.

Per tale fase, puoi fare ai tuoi studenti una domanda semplice: “Secondo te, chi è la ragazza che Claudio ha riconosciuto?”. Sarà divertente ascoltare le ipotesi degli studenti, che non saranno troppo complicate da formulare (dopo la fatica spesa sul tema delle preposizioni!): es. “Secondo me lei è…”.

A questo punto, oltre ai soliti compiti di ascolto, puoi invitare gli studenti a produrre un breve elaborato scritto su un tema legato all’ebook che state leggendo. Ad esempio, il tema dell’incontro può essere utile e interessante. Se vuoi, dai loro delle domande guida oppure lasciali completamente liberi: possono raccontare una vicenda personale oppure una storia successa ad altri. Non dovranno consegnarti l’elaborato la volta successiva, ma entro l’ultima lezione.

Compiti per lezione 5:

  • ascoltare il capitolo 4 dell’ebook
  • ripassare il tempo imperfetto e fare un piccolo esercizio
  • iniziare a scrivere un testo sul tema “l’incontro”

Lezione 5: la narrazione al passato

In questo punto la storia si sviluppa su due livelli: il presente del supermercato e il passato (imperfetto) dei ricordi di Claudio. Potresti dividere gli studenti in tre gruppi : i lettori, gli “addetti al passato” e gli “addetti al presente”.

Mentre i lettori procedono nella lettura su turni di parola, gli altri studenti dovranno individuare rispettivamente tutti i verbi al passato imperfetto e tutti i verbi al presente. Dopo aver verificato che nessun verbo manchi all’appello, puoi iniziare la fase di conversazione.

Questo capitolo offre diversi spunti, alcuni più semplici e alcuni più delicati. Ad esempio, c’è il tema del primo amore, ma potrebbe risultare scomodo per qualche studente riservato. Oppure, c’è il tema del cinema. Potresti, ad esempio, chiedere loro di raccontare la prima o l’ultima volta che sono andati al cinema. L’obiettivo è di sviluppare una breve narrazione al passato.

Naturalmente, alcune volte gli studenti potranno usare l’indicativo imperfetto e altre invece dovranno usare il passato prossimo. Prendi appunti mentre parlano e – dopo averli lasciati finire – scrivi le frasi da correggere nella chat di gruppo e proponi una correzione/riflessione collettiva.

Compiti per lezione 6:

  • ascoltare il capitolo 5 dell’ebook
  • ripassare l’aggettivo
  • fare un piccolo esercizio (facoltativo)

Cosa ne pensi?

Hai appena concluso la prima parte di questo dettagliato corso di italiano per stranieri di livello A2 basato sull’ebook “L’amore ai tempi del supermercato“. Lascia un commento per farci sapere cosa ne pensi e poi prosegui la lettura della seconda parte!

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Come insegnare italiano online in modo efficace? Un segreto c’è… anzi, tre.

Marzo 31, 2021 by barbara

Questo non vuole essere uno dei soliti articoli che ti spiegano come insegnare italiano online. Non sarà come una delle migliaia di “guide” che sono spuntate come funghi sul web, da quando è iniziata la pandemia.

Vorrei invece provare a fare una riflessione con te, mettendo sul piatto la mia esperienza come insegnante di italiano online da ben prima che la didattica di tutto il mondo si spostasse sulle piattaforme digitali. Il mio obiettivo è mostrarti che, forse, noi insegnanti non abbiamo bisogno di nuovi manuali, ma solo di un po’ di buon senso.

Il primo segreto per insegnare online: prepara i tuoi studenti

Questo punto, secondo me, è tanto fondamentale quanto spesso viene dato per scontato.

Premetto di avere trent’anni, un’età che mi rende parte di quella categoria di “nativi digitali” o “Millenials” qual dir si voglia, a cui si aggiunge un background come lavoratrice digitale abituata a viaggiare con il portatile sottobraccio.

Ebbene, dall’alto delle mie (presunte) competenze digitali, ammetto di aver accusato un evidente senso di spaesamento la prima volta che sono stata letteralmente “buttata” in una stanza di Zoom.

Si trattava di un colloquio per insegnanti di italiano che volevano collaborare con una nota università del nord Italia, anticipato da scarse informazioni per parteciparvi. Mi sono ritrovata in una videochiamata con sconosciuti che, con video attivo e nome-cognome in bella vista, rimanevano zitti… Come me, non avevano idea di cosa avrebbero dovuto fare. Quando sono poi stata “ri-buttata” in un’altra stanza, mi sono sentita un po’ a disagio (per non dire un po’ innervosita) dalla fredda accoglienza. Inutile raccontarti l’epilogo di questa fallimentare comunicazione lavorativa dell’era digitale.

Il punto è: se mi sono sentita così, nonostante le mie competenze e le risorse a mia disposizione, come potrebbe sentirsi uno studente straniero che si approccia a un nuovo corso di italiano online? Non sto parlando necessariamente di una questione legata all’età anagrafica, mi riferisco a un problema di chiarezza.

Un insegnante, proprio per via del suo ruolo, dovrebbe essere in grado di preparare lo studente allo strumento che ha scelto di utilizzare per realizzare il corso di lingua online.

Una email chiara, prima dell’incontro, è sufficiente: basterebbe scriverci, per esempio, che è consigliabile utilizzare degli auricolari per evitare l’eco, che è possibile modificare la visualizzazione del video attraverso le impostazioni (sui siti delle varie piattaforme, ci sono spesso mini-video che spiegano come usarle), che sarà importante visualizzare la funzione della “chat” (io la uso moltissimo per scrivere le parole più difficili che uso mentre parlo, e tu?) e così via.

Il segreto per capire qual è la migliore piattaforma per insegnare online

Super spoiler: non esiste la migliore piattaforma per insegnare online. Piuttosto, esiste la migliore per te e per i tuoi studenti in una determinata situazione.

Ti faccio subito un esempio: io ora mi trovo molto bene con Zoom per le lezioni online individuali. I miei studenti possiedono il link alla mia “stanza” e sanno che dovranno sempre usare quello all’orario e nella data che abbiamo concordato. Ho dato loro una passcode e ho attivato la sala d’attesa, così da poterli ammettere quando sono pronta. Quando mi capita di avere due lezioni consecutive, un nuovo studente compare nella waiting room: ho tutto sotto controllo, in un unico posto. Inoltre, non sono obbligata a effettuare l’abbonamento al servizio, poiché non esiste limite di tempo per le lezioni one-to-one.

Ecco altri esempi: per le lezioni di gruppo, prediligo Google Meet, in quanto non prevede i limiti di tempo che ha Zoom e può essere collegato facilmente a Google calendar. Google Meet, tuttavia ha lo svantaggio di non poter mantenere il contenuto della “chat”, che si perde una volta chiusa la videochiamata. Questo non succede per esempio con Skype: ogni utente può ritornare sulla conversazione per visualizzarla e ripercorrere quanto accaduto in quel lasso di tempo. Con Zoom, la questione è ancora diversa: la chat può essere salvata in un file di testo. Io la trovo una funzione molto utile perché mi permette di copiare e incollare il contenuto nella mail di feedback che invio ai miei studenti, apportando le modifiche che reputo necessarie.

La morale? Fai tante prove sul funzionamento di ogni piattaforma con amici e familiari, prima di scegliere quella più adatta a te. Certo, tutti potrebbero decantare l’una o l’altra per le sue innumerevoli funzionalità… Tu prova invece a pensare a quelle che realmente ti serviranno.

Il segreto per essere un buon insegnante (anche) online

Infine, ti svelo l’ultimo segreto: pensa a te stesso, pensa a te stessa.

Intendo dire che dovresti prenderti cura di te sia come persona, sia come insegnante.

Come? Tanto per cominciare organizzando le lezioni in modo tale da avere una pausa tra una e l’altra, almeno di mezz’ora (ma ancora meglio, di un’ora). Quel tempo è fondamentale per compilare registri di qualsiasi tipo (io, per esempio, uso un’applicazione online che si chiama Trello, dove mi appunto il contenuto di ogni lezione dopo averla terminata) o per dare i compiti, mandare mail di feedback agli studenti, o anche solo per prenderti un caffè, sgranchirti le gambe, andare in bagno. Perché, se è vero che “tanto siamo in casa”, è anche vero che il nostro corpo e la nostra mente hanno bisogno di una boccata d’aria ogni tanto.

Le mie riflessioni sul tema dell’insegnamento online per questa settimana sono finite, ma mi piacerebbe molto sapere quali sono le tue. Intanto che aspetto un tuo commento, ti ricordo che puoi leggere tutti gli altri articoli per insegnare l’italiano agli stranieri. Tempo fa, per esempio, ne ho scritto uno riguardo alle risorse web per imparare italiano, che potresti voler segnalare ai tuoi studenti.

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Libri italiani per stranieri: quale consigliare ai tuoi studenti?

Marzo 24, 2021 by barbara

Nel corso dell’anno, mi capita spesso che diversi studenti mi rivolgano la stessa domanda: “Quale libro italiano posso leggere?”.

Va detto che, di solito, si tratta di studenti di livello intermedio, se non avanzato. In ogni caso, quando questo accade è facile cedere alle consuetudini ripetute da quella vocina che comincia a ronzare in testa. È la voce di uno dei tanti fantasmi degli insegnanti del passato che cominciano a elencare “I grandi classici”, “i libri italiani che bisogna aver letto per forza” altrimenti… non si sa bene che cosa accadrà.

Senza nulla togliere a Boccaccio, Manzoni o Calvino, proviamo un attimo a occuparci del contesto, prima di partire in quarta con titoloni di un passato più o meno lontano.

La prima cosa da fare, per rispondere alla domanda dello studente, è capire a cosa può essere interessato in quel momento della sua vita. Perché, diciamocelo, i libri ci parlano all’anima… Se e quando siamo disposti ad ascoltarli!

La seconda cosa da fare è… Aver già letto in prima persona il romanzo che ci accingiamo a consigliare. Va da sé che ne vale della nostra credibilità e del nostro futuro… Perché lo sappiamo benissimo che, non appena lo inizierà, lo studente vorrà discuterne con noi!

Ok, ora veniamo ai problemi. Primo, la scarsa conoscenza che possiamo avere dello studente che abbiamo di fronte (non è detto che la nostra relazione sia in una fase avanzata, magari siamo solo all’inizio). Secondo, la nostra scarsa conoscenza letteraria che, per quanto ampia, sarà sempre limitata dai nostri gusti e dalla nostra libreria.

La chiave per trovare il perfetto libro di italiano per stranieri

Ti voglio raccontare come ho risolto la questione, con un esempio, anzi una storia.

La protagonista di questa storia è M., una signora inglese sulla settantina, ex-insegnante in pensione e appassionata di letteratura. Ultimamente, M. si è riletta tutto l’Inferno della Divina Commedia! Sì, si è aiutata con il materiale messo a disposizione nella sezione “Italian Literature” di OnlineItalianClub.com, leggendo un canto al giorno.

Ma M. è piuttosto eclettica e in passato ha provato anche la narrativa contemporanea come “Per dieci minuti” di Chiara Gamberale e “Mr Gwyn” di Alessandro Baricco. La verità? Il primo lo ha trovato troppo superficiale e il secondo troppo strano. Sì, M. non è una persona facile da accontentare in quanto a libri italiani per stranieri.

Così, ho fatto una ricerca basata maggiormente sulle sue esigenze di quel momento e cioè: qualcosa di leggero, ma concreto, possibilmente scritto da donne. Ho finito per consigliarle queste letture:

  • “Il mondo deve sapere” di Michela Murgia – perché durante le nostre lezioni abbiamo spesso usato video che la riguardano e perché questo romanzo fa una fotografia di un aspetto del mondo del lavoro dell’Italia di oggi.
  • “Biancaneve nel Novecento” di Marilù Oliva – perché so che M. è interessata alle vicende familiari e che potrebbe apprezzarne lo sfondo storico.
  • “Va dove ti porta il cuore” di Susanna Tamaro – per la vicinanza anagrafica con la voce narrante e perché il contenuto di questa profonda lettera ha una valenza universale, pur avendo riferimenti italiani.

Come ho fatto a trovare questi titoli?

Ci ho messo del tempo. Perché, alla fine, la chiave per trovare il perfetto libro di italiano per stranieri è sempre il tempo, come quello che tu adesso stai usando per leggere questo articolo.

Quale libro italiano consigliare a uno studente straniero (quando si ha poco tempo)?

Mettiamo caso che tu abbia davvero poco tempo e tanti, troppi studenti da accontentare. In tale situazione, una soluzione c’è ed è anche una buona soluzione.

Sul sito EasyReaders.org c’è un ampio catalogo di ebook scritti appositamente per studenti stranieri che stanno imparando la lingua italiana. Bada bene, non si tratta dei classici eserciziari di grammatica, ma di veri e propri romanzi scritti da autori italiani.

In realtà ti abbiamo già parlato sia degli “Easy Reader”, sia dei “Parallel Text”. Ma, come amava ripetermi sempre mia madre, repetita iuvant.

Ognuno di questi romanzi brevi è composto di otto capitoli, scritti in un italiano autentico e relativamente semplice: controlla il livello indicato sulla copertina e nel titolo del prodotto per capire quello più adatto al tuo studente o alla tua studentessa.

Le trame sono tutte diverse e piuttosto interessanti: c’è la storia di una coppia di parrucchieri che conosce i segreti di tutti i loro clienti, c’è un giallo che coinvolge due commensali e un delitto da risolvere, c’è una vicenda ambientata nell’Italia del 1946, quando Marcella può andare a votare per la prima volta…

Ogni romanzo del tipo “Easy Reader” è accompagnato da domande di comprensione, ma soprattutto dalla registrazione audio, come un audiolibro.

Ogni versione della storia del tipo “Parallel text” è scritta in modo speculare: da un lato c’è la versione in italiano, dall’altro la traduzione in inglese.

Non so quale sia il perfetto libro di italiano per i tuoi studenti, ma so che mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensi di queste idee.

PS.

Questa settimana ci sono i saldi di primavera, quindi tutti gli ebook sono scontati del 20%! Basta usare il codice Spring-Sale-2021 sullo shop online… dillo ai tuoi studenti.

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