È successo tutto molto velocemente. Un attimo prima mi trovavo tranquilla davanti al mio computer e l’attimo dopo eccomi con un nuovo impegno in calendario: un corso di italiano per stranieri con lezioni bisettimanali, di tre ore ciascuna.
Buono, penserà qualcuno. Anche solo per il fatto che si tratta di lavoro e lavorare è sempre una buona cosa, coi tempi che corrono. E poi che fortuna! L’azienda committente (nella fattispecie una società cooperativa) ha deciso di affidarlo proprio a me.
Già. Peccato che, solo dopo aver accettato, mi sono stati rivelati i dettagli del progetto e cioè che il corso sarebbe stato indirizzato a sette donne di origine africana, residenti in Italia (“Italiano L2”) e… con livelli linguistici differenti. Ah, il tutto online.
Tu hai mai tenuto un corso di italiano multilivello online? Io non l’avevo mai fatto.
Cosa aspettarti da una lezione online di un gruppo multilivello
Ti faccio un breve riassunto di come è andata la prima lezione, usando alcune parole chiave, ne bastano poche:
- Scopa. Quella che la signora nigeriana passava sul pavimento mentre io parlavo dall’alto dello scaffale della sua cucina, appoggiata al barattolo del riso. Mi ha spostata verso l’ora di pranzo.
- Ramadan. In base al calendario o alla luna, il Ramadan avrebbe potuto finire in concomitanza con la successiva lezione di italiano, a cui quindi la maggior parte delle corsiste non avrebbe partecipato. Il dibattito è cominciato alle 9 del mattino e alle 12 non era ancora finito.
- Facce. Ogni volta che chiedevo di “aprire la “chat”, il team smartphone intonava: “Barbara, io non vedo tua faccia!”. Ogni volta che facevo partire la condivisione dello schermo, il team tablet rispondeva: “Ci sono le facce a destra!”
Non solo problemi tecnici…
I problemi tecnici sono una variabile da considerare in qualsiasi corso online, specialmente all’inizio, ma non sono insormontabili. Si può imparare a usare Skype o Zoom o Google Meet. Tutto si può imparare, prima e durante le lezioni: solo così, sbagliando e provando, gli studenti si potranno abituare al nuovo strumento (per loro è probabile che lo sia!). Piano piano tutto andrà meglio, ma c’è un aspetto che non si può cambiare: la diversità degli studenti.
La signora nigeriana si è messa a fare i lavori di casa perché la lezione le risultava priva di valore: non capiva una parola di quello che dicevamo io o gli studenti più avanzati.
D’altra parte, due delle corsiste – con una laurea presa nel loro Paese e residenti in Italia da più di dieci anni – sapevano già tutte le risposte prima ancora che le altre partecipanti potessero capire le domande.
Due cose che ho imparato sui corsi multilivello
- Avere un libro da seguire è molto utile, ma non basta. Ho acquistato un manuale di livello intermedio in versione digitale, da condividere con le corsiste: ho potuto così spronare le principianti a commentare le immagini in modo semplice e spingere le più avanzate ad argomentarle con idee e supposizioni. Questo mi è servito per indagare meglio le loro esigenze e le loro lacune, per poterle colmare la volta successiva con slide e altro materiale che ho creato ad hoc.
- Diversificare le attività è fondamentale. Ho scelto consapevolmente di non dividere il gruppo in sottogruppi, ma di rimanere sempre insieme, ma ho diversificato le attività: le principianti leggevano per prime i dialoghi, le avanzate ne facevano un riassunto per il gruppo e infine le intermedie svolgevano gli esercizi. Ognuna di loro doveva poi scrivermi qualcosa a riguardo nella chat: chi una parola più semplice, chi una frase più complessa. La stessa cosa è valsa per la produzione orale.
Ha senso fare un corso di italiano multilivello online?
Un corso multilivello, a prescindere, non dovrebbe nemmeno esistere. Questo era il mio pensiero prima di ritrovarmici dentro fino al collo. Perché la realtà è un po’ diversa dalla teoria che ti spiegano nei manuali di didattica dell’italiano a stranieri. La realtà è fatta di compromessi, economici e pratici, e – per fortuna – è fatta anche da chi crede nel valore dell’inclusione.
Certo, oggi ti ho raccontato un caso un po’ estremo e anche piuttosto particolare, ma non del tutto eccezionale. I progetti di Italiano L2 con migranti sono spesso caratterizzati da una commistione di influenze culturali e da diversità anagrafiche e linguistiche.
Dopotutto, imparare una lingua straniera è in sé un percorso di confronto con la diversità e in fondo il senso sta proprio nel darle valore. Tu cosa ne pensi?
Se ti va, fammi sapere il tuo pensiero in un commento. (Perché il corso non è ancora finito…)