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Come insegnare l'italiano L2, material gratuiti

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La giornata lavorativa

Ottobre 25, 2022 by itxstra

di Francesca Bizzotto

Il mondo è sempre più interconnesso e noi godiamo della ricchezza di poter abbattere con pochi clic ogni distanza. Abbiamo il privilegio e il compito di diffondere la lingua e la cultura italiana incontrando persone da tutto il mondo. Questa meraviglia però ci chiede di “saltare” da una parte all’altra del globo e ci costringe, dunque, ad avere una giornata lavorativa piuttosto organizzata.

Calendari e app

Mentre scrivo, ci avviciniamo al cambio dell’ora. Non tutti gli Stati, però, adottano politiche di alternanza tra ora solare e ora legale; chi le mette in pratica, sposta le lancette in settimane diverse; tra i due emisferi a non coincidere è anche il verso delle lancette da spostare. Se anche a voi questo provoca un gran mal di testa, voglio suggerirvi questi due accorgimenti che vi semplificheranno la vita.

Tra i numerosi siti web e app che ci permettono di verificare l’orario in ogni angolo della terra, alcune ci permettono di salvare le località di nostro interesse da tenere sempre sott’occhio e avere una proiezione nel futuro per poter fissare le nostre lezioni senza intoppi, anche in questi momenti dell’anno. Eccone alcune di facili e gratuite:

  • worldtimebuddy.com
  • timeintersect.com
  • timeanddate.com

Se anche voi, tenete un calendario virtuale (uno tra tanti: Google Calendar, che è molto intuitivo e abbastanza personalizzabile), non dimenticate di condividerne gli appuntamenti con ciascuno studente. Se funziona bene come promemoria e riduce le possibilità che gli studenti dimentichino la lezione, è utilissimo anche per permettergli un controllo sull’orario definito. Questi strumenti infatti mostrano a ciascuno – noi e loro – il proprio orario, già convertito nel proprio fuso, e se qualcosa non torna, avremo modo di correggere in tempo.

Puntate alla regolarità e dividete il mondo!

È apprezzabile essere flessibili con i nostri studenti, ma credo che un’organizzazione ottimale richieda una certa regolarità. Quando possibile, chiedete agli studenti di fissare la loro lezione settimanale sempre allo stesso giorno e alla stessa ora. Questo riduce la possibilità di errori e il vostro “lavoro di incastro” tra tutti gli incontri sarà più snello.

Se anche i vostri studenti sono sparsi in tutto il mondo, potrebbe essere utile dividerli in gruppi a seconda delle aree geografiche. Ad esempio, il lunedì, il martedì e il giovedì mattina io incontro tutti i miei studenti neozelandesi e australiani. Al martedì e al venerdì sera concentro tutti gli americani. Questo rende più ordinata ed efficiente la mia settimana lavorativa e mi lascia alcuni spazi liberi da lezioni per svolgere gli altri compiti dell’organizzazione didattica.

Organizzate le lezioni in blocchi

Questa suddivisione in “gruppi geografici”, nel tempo, mi ha portato a organizzare le lezioni in blocchi.

Io consiglio sempre di evitare l’intermittenza negli incontri. Certo, avere fiumi di lezioni una dopo l’altra non è l’ideale, ma occupare un’intera giornata con sole 4-5 lezioni sarebbe troppo dispersivo. La soluzione, quindi, potrebbe essere quella di programmarle in blocchi di 4-5 ore separando una lezione dall’altra di pochi minuti soltanto, per garantire la puntualità e la giusta attenzione a tutti (che a volte ci fa sforare dai 30 minuti) ma anche per prenderci un bicchiere d’acqua!

In questo modo nella nostra agenda si creano degli spazi con qualche ora libera dalle lezioni. Questo è il tempo ideale per:

  • rivedere con calma e inviare gli appunti delle lezioni;
  • segnare qualche utile nota per tener traccia del percorso d’apprendimento dei singoli studenti e porre nuovi obiettivi;
  • produrre il nuovo materiale necessario e inviarlo (ogni processo creativo ha bisogno di spazi senza orologio, credo);
  • aggiornare i registri degli studenti e svolgere tutte le altre incombenze lavorative quotidiane.

Stabilite una routine

Non so se siate delle persone abitudinarie. Io non lo sono particolarmente ma, nel lavoro trovo utile scandire la giornata lavorativa in questo modo:

  • accendo il computer e apro i siti di alcune testate giornalistiche per aggiornarmi e, magari, trovare spunti utili per conversare sull’attualità durante i primi minuti di lezione;
  • svolgo i miei “blocchi di lezioni” e tutte le altre attività lavorative;
  • faccio qualche pausa (dobbiamo dare sempre il massimo con ciascuno studente, ecco perché di tanto in tanto dobbiamo alzarci, staccare gli occhi dal computer, farci un caffè…);
  • organizzo la successiva giornata di lavoro, preparando i file e verificando di avere tutto pronto;
  • mi prendo un’oretta di tempo a chiusura della giornata per rispondere alle mail e aggiornare i registri;
  • cerco di impormi un orario di fine giornata, per dedicarmi alle mie attività personali del tempo libero e da quel momento cerco di non controllare più la posta elettronica fino all’indomani.

Trovo, infatti, che proprio per rendere ogni giornata più serena e produttiva a lavoro, sia fondamentale quotidianamente dedicarsi del tempo per ricaricarsi. E se l’agenda rischia di comprimere anche questo spazio: mettete in calendario il vostro allenamento, una bella passeggiata, un’ora di lettura, un film con gli amici. Avrete anche qualcosa di bello da raccontare ai vostri studenti!

Buon lavoro,
Franci

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Pronti per le lezioni di prova?

Ottobre 18, 2022 by itxstra

di Francesca Bizzotto

Che tu sia un insegnante navigato o alle prime esperienze, la lezione di prova con un nuovo studente non ti lascia mai indifferente. Giustamente vuoi fare una buona impressione, vuoi che lo studente veda fin da subito le tue capacità e che decida, grazie a questo primo incontro, di averti come suo insegnante. Allora, come ci prepariamo al primo incontro?

Sfruttiamo al massimo il primo scambio d’email

Non usiamo il primo contatto con lo studente soltanto per accordarci sulla data dell’incontro. Cerchiamo invece di prendere già le prime informazioni sullo studente: chi è, da quanto tempo studia italiano, quali sono le sue passioni… Se siamo abbastanza fortunati da ricevere una risposta in italiano, possiamo già avere una prima idea sul suo livello linguistico e magari raccogliere alcuni preziosi spunti per preparare una buona prima lezione.

Il primo incontro come test reciproco

Se il primo incontro è una sorta di test d’ingresso informale sul nostro studente, è altrettanto vero che, dall’altra parte, sarà un test di valutazione di noi come insegnanti. Per questo già la prima lezione è condita dal desiderio di soddisfare le sue aspettative e dall’ambizione di creare fin da subito una certa sintonia. Certo, lo sappiamo, nel tempo impareremo entrambi a prendere le misure e ad apprezzarci ma, in questo caso, abbiamo solo una lezione per “conquistarlo”. Dunque, poniamoci pochi obiettivi, chiari e semplici.

Due obiettivi

Personalmente mi pongo sempre due obiettivi principali: creare una buona atmosfera e lasciargli qualcosa da “portare a casa”.

Al termine dell’incontro, infatti, il suo giudizio sulla nostra lezione si costruirà in due momenti differenti. Il primo, immediatamente, sarà concentrato su come si è sentito: lo abbiamo fatto divertire? L’abbiamo messo a suo agio? Ottimo! L’abbiamo annoiato o fatto sentire sotto pressione? Non bene. Il secondo giudizio, un po’ più lucido, si formerà a distanza di qualche ora o giorno: si chiederà “Cosa ho imparato? Sarà utile seguire le lezioni con questo insegnante?”

Dunque organizzo sempre la lezione tenendo a mente questi obiettivi.

Organizziamo la lezione

Nonostante io odi la monotonia e cambi spesso i contenuti della prima lezione, seguo sempre la stessa struttura e alcune semplici regole. Le riassumo in pochi punti:

  • Parto da un argomento a lui familiare (ispirandomi magari proprio allo scambio di mail). Questo lo metterà facilmente a suo agio, lo farà giocare in un terreno sicuro, abbassando il filtro affettivo e permettendoci di scorgere subito chi è il nostro studente.
  • Preparo materiali diversi, in modo da poter disporre di una vasta gamma di piccole attività da cui attingere in base all’andamento della lezione. Creare in itinere il percorso mi permette di modulare la difficoltà sulla base dei feedback che ricevo e “testare” il livello dello studente. Non dimentichiamoci che non sempre il livello da lui dichiarato corrisponde a quello reale. Restiamo pronti a tutto!
  • A meno che lo studente non abbia fatto richieste specifiche, organizzo sempre brevi attività per toccare diverse abilità linguistiche (un piccolo video, un brevissimo testo da leggere insieme, una foto da commentare che apra alla conversazione, …). Ma senza esagerare con il numero: il percorso deve essergli lineare, non disorientarlo saltando da destra a manca. L’intento è rendere dinamico l’incontro e presentare un esempio di lezione.
  • Prevedo sempre un “souvenir”. Come dicevo, lo studente a distanza di qualche ora ripenserà alla lezione e si chiederà “Divertente, sì! Ma cosa ho imparato?”. Ecco perché prevedo sempre che al termine della lezione lui abbia in mano qualcosa di concreto: una lista lessicale sul tema, una piccolissima (e puntuale) regola grammaticale, un gruppetto di espressioni su un ambito comunicativo particolare. Qualcosa di piccolo, ma tangibile.

Se studiamo e organizziamo nei dettagli la lezione, saremo pronti ad ogni eventuale imprevisto, potremo adattare la lezione in corso d’opera e, serenamente, ci potremo esprimere al meglio.

Naturalmente questa è una traccia che – con meno incognite e uno stato d’animo magari più leggero – possiamo seguire anche negli incontri successivi, per creare ogni volta un momento gradevole di apprendimento efficace.

Mail post lezione

Dopo la lezione, meglio senza lasciar passare troppo tempo, gli scriviamo una nuova mail per inviargli il file con gli appunti e la registrazione della conversazione. Ecco, cogliamo l’occasione per spendere due righe per ringraziarlo, offrendoci di rispondere a eventuali dubbi e, se ce n’è la possibilità, magari per lasciargli qualcosa in più sul tema della lezione. Un esempio? Abbiamo svolto la lezione sulla sua passione per gli strumenti a fiato? Inviamogli il link ad un breve video di un flautista italiano che esegue un bravo che ci piace. Sarà un ulteriore souvenir che gli dimostrerà che siamo degli insegnanti attenti.

Spero che con queste poche indicazioni, ti abbia dato l’idea che ci vuole davvero poco per prepararsi ad una prima lezione – la prima di una lunga serie – serena, efficace e d’effetto. E farci riconoscere sin da subito come insegnanti preparati e appassionati!

Buon lavoro!

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I tuoi studenti non rinnovano?

Luglio 26, 2022 by itxstra

di Francesca Bizzotto

Sarò sincera: quando ho iniziato ad insegnare online, non avrei mai pensato che sarebbe potuto diventare un lavoro a tempo pieno, con una sua regolarità. Però ho presto realizzato che mi sbagliavo sul conto dei corsi online: gli studenti possono rimanere con noi per diversi anni e continuare a fare lezione settimanalmente (o quasi). Ma come fare? Spoiler: questo articolo non vi darà alcuna ricetta segreta, ma soltanto qualche piccolo consiglio che spero vi sia utile!

La nostra didattica deve poggiare su basi solide ed essere efficace. Da questo non si prescinde. Ma, dopo anni di sana autocritica ho capito che, perché gli studenti rinnovino, oltre ad un’adeguata dose di fortuna, serve buon senso, passione e qualche piccola regola per “fidelizzarli”.

L’ascolto

Siamo abituati a sommergere i nostri studenti di domande appena li conosciamo, finché non abbiamo definito esattamente chi sono e come possiamo essergli utili! Dunque, per prima cosa, dobbiamo sicuramente elaborare un buon programma che esaurisca, il più possibile, le loro prime richieste ma che dia anche spazio a sviluppi futuri (altrimenti perché dovrebbero rinnovare il pacchetto con noi?). Poi procediamo con il programma cercando di raggiungere gli obiettivi, ma non limitiamoci a depennare gli argomenti dalla lista, assicuriamoci invece che li abbiano realmente appresi. L’obiettivo è tenere monitorato il percorso e alta la motivazione (qualunque ne sia il motore)! Allora, in realtà, la cosa più importante è non smettere mai di fargli domande!

Anche nel corso del tempo, continuate a chiedere feedback! Cercate di capire se il carico di lavoro che gli date è eccessivo, o se è fiacco, se gli argomenti e lo stile della lezione sono di loro gradimento, se la velocità del programma è adeguata al loro ritmo, se stiamo rispettando le loro aspettative, se sentono di progredire.

Certo, non dobbiamo delegare tutto a loro: siamo noi i professionisti e siamo noi che facciamo e manteniamo la rotta, ma non dobbiamo temere di chiedere. Il loro feedback vi darà conferme, vi farà raddrizzare il tiro e darà loro la certezza che a voi importa davvero della loro soddisfazione. E non abbiate paura di rimettere in discussione il programma (la velocità, i contenuti, il grado di profondità dei punti affrontati, …). Dobbiamo essere flessibili e non dimenticarci che, soprattutto nel caso delle lezioni individuali, loro chiedono un’offerta personalizzata e costantemente aderente ai loro bisogni.

E infine, alzate sempre l’asticella! Ravvivate il programma con nuove sfide e obiettivi, create delle attese! Questo darà loro la percezione della progressione, alzerà la loro autostima e troveranno un motivo in più per continuare a fare lezioni con voi.

La condivisione del percorso

Non dimentichiamoci che quello che per noi è evidente, potrebbe non esserlo per loro e potrebbero non riconoscere facilmente di aver già raggiunto un obiettivo. Palesiamo, dunque, i traguardi superati e le nuove sfide che vogliamo lanciargli: “Ho sentito che sei incerto sulla scelta tra passato prossimo e imperfetto. La prossima volta ci lavoriamo un pochino insieme. Che ne pensi?”

Rendiamoli partecipi e negoziamo sul percorso. Facciamolo in apertura della lezione, nella mail con l’invio dei materiali (per chi lo fa), facciamogli guardare la “mappa del tragitto” e realizzare a che punto siamo nel programma che abbiamo pensato per loro. Non calate dall’alto il vostro sapere, ma lavorate insieme a loro sulle strategie per costruire le abilità linguistiche che vogliono ottenere.

L’incoraggiamento sincero

Non dimentichiamoci che stanno studiando italiano e noi lo sappiamo bene di che impresa si tratta. Quindi siate positivi e incoraggianti. Raccontategli degli sviluppi che vedete in loro, della scioltezza acquisita, della maggiore comprensione che hanno sviluppato!

Non perdiamo la sincerità però. È sempre necessario mantenersi obiettivi e professionali. Elogiarli sempre non li aiuterà, esattamente come non lo fa l’ammonirli. Ricordiamoci che stanno investendo anche su di noi (dal momento che hanno deciso di averci come insegnanti) e ci stanno affidando la guida del loro percorso di apprendimento: si devono poter fidare di noi. Cerchiamo di essere leali.

La regolarità

Se vogliamo costanza, dobbiamo essere noi i primi ad essere costanti.

Tutti abbiamo bisogno di vacanze e spesso ci sono imprevisti nelle nostre vite ma, comunque intendiamo questa professione (se un secondo lavoro o il lavoro della nostra vita), evitiamo di essere intermittenti. Se non strettamente necessario, non annulliamo o spostiamo continuamente l’appuntamento, e chiediamo anche a loro di essere regolari.

Intendiamoci: ho uno studente che lavora a turni e ha figli piccoli. Capita raramente che facciamo lezione allo stesso giorno e alla stessa ora. E questo è necessario per lui, e va bene per me. Ma in quasi tutti gli altri casi, la mia regolarità è apprezzata e stimola la fiducia. E questo fa bene anche a noi, soprattutto se – anche voi, come me – in agenda dovete garantire lo spazio a decine di lezioni individuali.

Cerchiamo la regolarità anche nell’invio dei materiali prima e dopo la lezione. Cerchiamo di essere organizzati e consolidiamo dei meccanismi attorno alla lezione, per creare delle abitudini e sfruttare al meglio il momento insieme. La serietà passa anche da questo e così potremo aspettarcela anche da loro.

La cura

Ho più volte ascoltato discussioni sul tema delle attenzioni da dare agli studenti e sulla gestione del nostro tempo con loro e sono giunta ad una mia personale opinione – perché credo si tratti proprio di una scelta di carattere personale – che dunque sarà naturalmente contestabile!

Ritengo che non si tratti sempre di quantità, ma di qualità. Ad esempio, usare 5 minuti in apertura di lezione per i convenevoli, lo trovo fondamentale. Non dobbiamo diventare per forza loro amici, ma non scordiamoci che sono persone. Che siamo persone. Quei 5 minuti sono un buon riscaldamento linguistico, abbassano il filtro affettivo e ci permettono di creare un rapporto umano. Allora, raccontategli cosa avete fatto nel fine settimana, domandategli dei nipoti, chiedetegli consiglio su che libro leggere. E questo si può fare dentro e fuori dalla lezione: con i giusti limiti, rispondetegli alla mail in cui vi mandano la foto dei lavori in giardino o dell’ultima torta sfornata. Un discreto e sincero interessamento vi costa poco tempo, ma vi aiuta a costruire legami.

E, a lezione, concentriamoci davvero su di loro. Per noi possono essere soltanto 30 minuti, ma per loro sono i 30 minuti di italiano della settimana: dedicategli tutte le vostre attenzioni. A lezione siate lì per loro, voltate il telefono e non contate i minuti, se possibile. Rendete il momento prezioso e gradevole.

Il rispetto chiama il rispetto. O almeno è così nella maggior parte dei casi.

Qualche “coccola”

Infine, questo consiglio è per i più appassionati: fate qualcosa di extra!

Se ne avete il tempo, create qualcosa per loro. Un fuori programma per supportarli nello studio autonomo e fargli sentire che vi importa del loro apprendimento.

Io ho iniziato a farlo per interesse personale e perché ormai, devo dirlo, mi sono affezionata a molti di loro e faccio mie le loro battaglie con l’italiano.

Mi direte: con tutto quello che devo fare?! Certo, il nostro tempo è prezioso ma, se non avete proprio tempo, possiamo anche farla semplice! Ad esempio, trovate sui social una vignetta carina che parla di noi italiani? Condividetela! Avete preparato una scheda di grammatica per uno studente? Inviatela come “regalo” ad altri studenti a cui potrebbe essere utile. Sentite passare alla radio una nuova canzone italiana? Perché non inviargliela con il testo?! Trovate una buona ricetta sfogliando una rivista? Magari a qualcuno può interessare… Insomma, non tutto deve essere “didattica”, bastano piccole attenzioni che saranno gradite e che li faranno sentire “nei vostri pensieri”. Al posto loro, a me piacerebbe ricevere queste piccole “coccole”.

E se, nonostante tutti i nostri sforzi, decidono lo stesso di sospendere le lezioni? Può succedere. Può essere per fare una pausa, per studiare un’altra lingua, per un motivo personale, e va bene, è fisiologico. Io allora faccio così: appuro di non poterci fare effettivamente niente (ritorna l’importanza di chiedere un feedback) e rispetto la loro scelta. Quando si tratta solo di una pausa, lascio passare un po’ di tempo, settimane o mesi a seconda del motivo della sospensione, e poi mi faccio sentire con un messaggio. Credetemi, se vi sentono premurosi, moltissime volte ritornano.

Insomma, concludendo, siete insegnanti capaci e la vostra didattica è efficace. Questo lo sanno già ed è il motivo per cui vi sceglieranno ancora e ancora, ma se li trattate con “cura” e lascerete un sorriso sul loro viso quando li salutate, questo farà la differenza. E farà bene anche al vostro cuore.

Franci

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5 fonti inesauribili di idee per le nostre lezioni!

Luglio 14, 2022 by itxstra

di Francesca Bizzotto

Sono sicura che anche a voi è successo spesso: siete bloccati perché non riuscite a trovare una valida idea da cui preparare una lezione. Oppure incontrate uno studente da così tanto tempo che non sapete più dove sbattere la testa per trovare un buon argomento per la prossima lezione!

Sono un’insegnante online da 13 anni e alcuni dei miei studenti posso definirli “storici”. Si creano delle buone sinergie con loro e si lavora bene insieme ma a volte… che fatica trovare nuove idee!

È sempre necessario proporre temi diversi – ovviamente entro i confini degli interessi e del livello di italiano dello studente – per tenere alta la motivazione, tenere lontana la noia e disporre di un buon input su cui sviluppare le nostre attività di arricchimento lessicale e i vari focus morfosintattici, comunicativi, eccetera.

Certo, spesso la deformazione professionale porta molti di noi a vivere con le antenne ritte e catturare costantemente idee per le nostre lezioni. Così prendiamo nota di argomenti che sentiamo alla radio o facciamo una foto ad un cartellone pubblicitario mentre passeggiamo. Ma non sempre questo basta…

E allora ci arrabattiamo per ore, spulciando libri e siti in cerca di un buono spunto da dove partire per creare la lezione. E tante volte, è proprio questo il problema: trovare l’idea giusta.

Allora, vorrei condividere con voi una piccola strategia. È banalissima, ma spero utile anche per voi. Non per avere una lezione pronta, certo, ma per trovare rapidamente l’idea da cui cominciare.

Le mie fonti di ispirazione, mi piace considerarle come degli scaffali in continuo riassortimento, da dove pesco velocemente un’idea sempre nuova, senza perdere troppo tempo e concentrarmi invece sullo sviluppo dell’unità didattica.
Ecco i miei 5 scaffali preferiti.

Numero 1: apri il giornale!

Partiamo dalla più scontata. Spesso fa parte della nostra routine quotidiana, dunque niente di più semplice: scegliamo la notizia del giorno, un articolo di cronaca, oppure un articolo che presenta un aspetto linguistico utile per lo studente.

Oltre naturalmente a costituire di per sé un buon terreno per discutere – e dibattere perfino – sull’argomento della notizia, ci permette di sviluppare il campo lessicale coinvolto e, nella maggior parte dei casi, fare un approfondimento sull’uso di un tempo verbale o di un altro elemento linguistico.

Un altro aspetto da non trascurare è che permettiamo allo studente che riceve l’articolo di avere un contatto diretto con l’Italia, con la possibilità di averci come interpreti, non solo di un determinato fatto di attualità, ma anche dei vari aspetti culturali italiani.

Certamente, sono note a tutti le tecniche per selezionare l’articolo ed eventualmente adattarlo alle nostre esigenze, ma non dimentichiamoci di dedicare del tempo a sceglierlo con cura affinché diventi per lo studente un’attività gratificante e assolutamente non frustrante. E se avete timore a presentare un articolo, con tutte le complessità che questo comporta, considerate l’idea di utilizzarne solamente il titolo. Vi porto due esempi concreti e collaudati.

Ho inviato ad uno studente di livello A2 uno screenshot comprendente solamente titolo, sommario e immagine della notizia, e ho chiesto di sviluppare una breve produzione scritta sul tema. Abbiamo poi svolto una correzione guidata con un successivo confronto con il testo originale e conversazione sul tema.

O ancora, ho inviato 4 o 5 screenshot di notizie diverse, chiedendo allo studente di livello B2 di sceglierne una e – usando il congiuntivo – esprimere la sua opinione in merito all’argomento. Ho fatto seguire una correzione guidata, un’attività di rinforzo e un momento di conversazione.

Numero 2: oggi è la giornata mondiale di…

Questa può decisamente sembrare un’idea bislacca, ma lasciate che ve la racconti.

Avete mai notato che quasi ogni giorno è la giornata mondiale di qualcosa? Dal whisky al calzino spaiato… ce ne sono per tutti i gusti!

Sebbene, lo ammetto, non tutte le idee siano utilizzabili per il nostro obiettivo, molti giorni possiamo cogliere un buono spunto. Può essere una festa nazionale, un giorno per celebrare la nascita di un personaggio noto, o un giorno per ricordare un evento.

Spesso Google stesso o altri browser ci danno in homepage dei suggerimenti, così come molti siti elencano tutte le “giornate di” sia a livello mondiale che nazionale. Eccone uno tra questi: https://giornatamondiale.it/

Qualche esempio? Un po’ di tempo fa è stata la giornata della Carbonara che mi ha spinto a cercare uno dei tanti video sugli orrori culinari (non solo stranieri) e didattizzarlo. È la giornata del Mar Mediterraneo? Beh, c’è l’imbarazzo della scelta tra i temi ad esso collegati! Ad esempio: le migrazioni della popolazione marina, i progetti di salvaguardia ambientale o perché no, le attività di scoperta dei relitti sommersi.

Certo, questo è solo il punto di partenza, ma come dicevo poco sopra, ritengo che una buona idea costituisca già gran parte del lavoro.

Numero 3: ti presento un italiano!

Spesso è la stessa “giornata italiana di…” a suggerirci un personaggio dei tempi passati o recenti che ha lasciato in eredità qualcosa alla nostra Italia. Perché non lasciarci ispirare allora?

C’è da dire che non tutti se la sentono di scomodare sempre Dante Alighieri o Giuseppe Mazzini, oppure trovano riduttivo parlare di Federico Fellini in una lezione di un’ora.

Oltre ai personaggi più noti e più “sfruttati” per le nostre lezioni, ritengo infatti che possiamo attingere alla vastissima schiera di italiani celebri nel mondo. Fate un sondaggio tra i vostri studenti stessi! Ma poi stupiteli con nuovi personaggi che ancora non conoscono!

Le attività didattiche da sviluppare attorno alla vita di uno di questi sono infinite e facilmente immaginabili: la biografia, un’opera, l’epoca storica, l’ambito lavorativo o sociale, eccetera. Fate una rapida ricerca in internet e createvi una lista da cui scegliere, quando necessario, un personaggio.

Stefano Soldini riceve il Premio all’etica sportiva a Procida? Via con la lezione! Samantha Cristoforetti omaggia Sandra Bullock con un cosplay? Ecco un nuovo tema! Luca Ward scrive un libro sulla sua carriera? Trovate l’intervista e parlate del mondo del doppiaggio in Italia!

Numero 4: apri una mappa!

Il nostro territorio, seppure minuscolo in confronto ad altri Paesi, è un tripudio di bellezze! Ce lo ripetono costantemente e ne siamo ben consci. Sì, lo so, avete già parlato troppe volte di Roma, Venezia è inflazionata, Firenze non ne parliamo nemmeno! E allora, aprite una cartina, chiudete gli occhi e puntate il dito!

Beh, sapevate che esistono quasi 8000 comuni in Italia? E decine e decine di regioni storico-geografiche? Bene, con una rapida selezione, potrete decidere di parlare del pane di Altamura, del Canto a Tenore sardo, della Via degli Dei o del Parco dello Stelvio.

Un piccolo bonus: i siti del Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Come certamente saprete, in Italia ne sono stati riconosciuti 58 (e qualche decina è ancora in fase di valutazione), facendoci guadagnare così il primo posto nel podio mondiale per numero di siti riconosciuti.

Il sito ufficiale ne presenta la lista completa (https://www.unesco.it/it/patrimoniomondiale/index) e ci fornisce testi sull’intero Patrimonio italiano.

Numero 5: guardati intorno!

Infine, vi propongo quello che è l’approccio meno comune di tutti, ma che riserva delle belle sorprese! Viviamo circondati da stimoli e oggetti che ignoriamo per la maggior parte del tempo ma che possono essere nostri alleati quando siamo a caccia di nuovi spunti.

Spero di rendere meglio l’idea partendo da 6 esempi reali.

Se in questo momento alzo lo sguardo dallo schermo e mi guardo attorno, posso immediatamente vedere:
– un cestino d’asfodelo appeso alla parete del mio studio;
– una giovane talea di pothos che fa del suo meglio per sopravvivere;
– una vecchia radio che sorregge i libri.

Che idea mi possono ispirare questi oggetti? Forse l’arte dell’intreccio nel Mediterraneo, oppure i segreti per avere il pollice verde, o ancora il mercato degli oggetti vintage.

Ok, continuiamo. Se lo sguardo lo butto fuori dalla finestra? Vedo:
– un gruppetto di ragazze che passano ridendo e fumando;
– un uomo sulla cinquantina che sfreccia sul suo monopattino elettrico;
– il proprietario di tre cani che affanna sotto il sole ancora cocente delle 5.

E da queste scene cosa mi invento? Potrei parlare del tabagismo giovanile, ovviamente, della ritrovata socialità in questa estate di maggiore libertà, degli incidenti in monopattino e del nuovo regolamento sul loro uso, o ancora dell’influenza positiva dei nostri amici a quattro zampe fino all’impiego degli animali a scopi terapeutici.

I temi che scaturiscono da questo “scaffale” sono quelli che più si prestano a presentare aspetti socio-culturali e generano sempre interessanti confronti con gli studenti.

Bene, questi sono solamente alcuni spunti, da cui necessariamente dovremo sviluppare tutte le nostre attività didattiche, ma credo possano essere un punto di partenza.

Infine, se un’idea funziona, considerate sempre l’opportunità di adattarla e costruire input di due o più livelli diversi, e avere così materiale utile anche per classi multi-livello o per sfruttare lo stesso tema con più studenti.

Spero la lettura vi sia stata utile e sarei felice di leggere quali sono i vostri “scaffali”.

Buon lavoro!
Franci

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4a Giornata di studio ASILS online – 18 giugno 2022

Giugno 7, 2022 by itxstra

Carissimi colleghi e colleghe,

siamo lieti di invitarvi alla 4a Giornata di studio ASILS online dedicata alla didattica dell’italiano L2/LS.

L’Associazione Asils (Associazione Scuole di Italiano come lingua seconda), in collaborazione con Ornimi Editions, organizza il quarto appuntamento di aggiornamento online gratuito su vari argomenti di glottodidattica applicata all’insegnamento dell’italiano a stranieri.

Tutti i webinar di formazione gratuiti saranno realizzati interamente online.

4a Giornata di studio (4 webinar) 

18 giugno 2022

Orario: 15.00 – 18.00 (ora italiana)

Per l’iscrizione gratuita cliccare QUI: https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_XrUYyLBfThO2RhLud_P9bQ

Durante i vari webinar saranno presentate e condivise attività didattiche di diverso tipo, per sviluppare diverse abilità, da usare in classe, in presenza oppure online.

Una vera opportunità per condividere idee pratiche, attività ed esperienze nell’insegnamento dell’italiano a stranieri.

Modalita di partecipazione

La partecipazione è gratuita.

Nelle settimane seguenti alla conclusione dell’evento i partecipanti riceveranno un attestato di partecipazione.

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Il ruolo dell’empatia nell’insegnamento dell’italiano come L2

Dicembre 3, 2021 by itxstra

di Giorgio Rini

Nell’insegnamento dell’italiano come L2 è molto importante scegliere un approccio basato sull’empatia. Non a caso, infatti, si parla, nelle moderne teorie dell’apprendimento, di insegnante “affettivo”.

Quest’ultimo è l’insegnante che, portando avanti la sua azione educativa e didattica, sceglie di basarsi sulla via del dialogo, sulla comunicazione empatica. Per un insegnante in genere e per un insegnante di italiano come L2 nello specifico è veramente fondamentale essere empatici.

Ma che cosa vuol dire esattamente avere la possibilità di sfruttare le emozioni per favorire l’apprendimento? Significa sviluppare una capacità relazionale, che dovrebbe essere innata in un insegnante, ma che si può anche esercitare e portare avanti attraverso delle tecniche ben precise.

Il ruolo delle emozioni nell’apprendimento

Le emozioni hanno un ruolo cruciale nel favorire l’apprendimento. Infatti esiste un collegamento molto stretto tra i contenuti appresi e quello che in gergo viene chiamato rinforzo emozionale. Quando si studia una lingua come l’italiano, le informazioni vengono apprese attraverso una sorta di archiviazione nella memoria.

I contenuti grammaticali, lessicali e letterari possono rimanere più impressi nella memoria proprio in base all’intensità della componente emotiva che è associata ad essi.

La scienza nel corso del tempo è riuscita a dimostrare che gli stati d’animo di gioia, di interesse, in generale positivi possono rafforzare questo processo di apprendimento. Al contrario stati d’animo negativi influiscono in maniera poco efficace nel determinare un apprendimento meno performante.

Come dovrebbe essere il clima in classe

Da tutto questo si evince come è necessario creare in classe da parte dell’insegnante di italiano come L2 un clima positivo, un’atmosfera che possa costituire un terreno di base fondamentale per favorire l’apprendimento.

Ed è proprio la caratteristica dell’empatia che crea questa trasmissione di contenuti positiva dal docente all’apprendente. Essere empatici significa creare in classe o anche nella classe online la capacità di essere predisposti al dialogo, di ascoltare le esigenze degli studenti, di comunicare una compartecipazione che possa essere condivisa a livello generale.

L’insegnante di italiano come lingua straniera deve essere un facilitatore e può riuscire a mettere in atto questo ruolo attraverso la creazione di un clima positivo ed empatico. Non dimentichiamo mai che l’apprendimento in fin dei conti può essere considerato un setting che deve essere adeguatamente predisposto per rafforzare le conoscenze.

Empatia significa anche ascolto empatico, perché l’insegnante non deve soltanto comprendere e valutare i contenuti e le nozioni apprese dagli studenti, ma deve anche fare attenzione a quali sentimenti e a quali emozioni sono collegate ad essi.

È come se l’insegnante, secondo un concetto di empatia affettiva, si mettesse nei panni degli studenti.

Che cosa c’è di meglio che essere compresi fino in fondo? Non si può trascurare una valutazione che non tenga conto delle emozioni di fondo che stanno alla base dell’apprendimento.

Non basta soltanto l’empatia cognitiva e quindi riuscire a fare proprio il punto di vista dello studente. Imparare è molto di più e l’insegnamento dell’italiano può essere favorito anche dalle ultime tecnologie innovative, che predispongono ambienti di apprendimento molto importanti, giocando un ruolo di rafforzamento.

Predisporre anche queste tecnologie, come l’accesso al web e le esercitazioni online, significa preoccuparsi empaticamente dello studente e fornirgli tutti i mezzi necessari perché l’apprendimento possa riuscire con successo.

E tu cosa ne pensi?

 

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Risorse web per imparare italiano? Ecco le migliori secondo noi

Marzo 14, 2020 by itxstra

da Barbara Bassi

Quali risorse offre il web per l’apprendimento dell’italiano? Ecco le migliori (secondo noi)

Insegnare italiano è una sfida tanto quanto l’apprendere l’italiano come lingua straniera. Sì, perché non basta conoscere grammatica, sintassi e cultura, ma bisogna anche saperle trasmettere nel modo giusto e con gli strumenti giusti. Per questo motivo gli insegnanti di italiano a stranieri come voi sono sempre alla ricerca di risorse da usare durante le proprie lezioni, specialmente quelle gratuite messe a disposizione del web. Come fare a barcamenarsi tra le numerose app, i diversi siti e i tanti documenti digitali in cui ci si può imbattere cercando risorse online per insegnare italiano? Ci pensiamo noi con questa lista delle migliori fonti di materiali utili, utilissimi per l’apprendimento dell’italiano.

Duolingo: l’app per imparare italiano

Al primo posto ecco Duolingo, l’app per imparare una lingua straniera che è probabilmente la più conosciuta al mondo. L’avete mai usata? Ve lo consigliamo vivamente. Si tratta di uno strumento molto intuitivo, ricco di esercizi ludici che sono l’ideale per chi è alle prime armi con una lingua straniera. Si procede per obiettivi con test che portano a raggiungere premi che sbloccano altri livelli di esercizio. Si possono impostare obiettivi giornalieri e decidere quali argomenti affrontare ogni volta. La cosiddetta user experience di Duolinguo è molto efficace: porta a ragionare sulle proprie azioni e a risolvere gli eventuali problemi o le difficoltà emerse durante l’apprendimento. Tra le tante lingue disponibili, c’è ovviamente anche l’italiano.

Le conversazioni in italiano su SoundCloud

SoundCloud è un servizio di streaming musicale e di podcast completamente gratuito, dove chi lo desidera può caricare contenuti audio autentici. Noi di Imparareonline abbiamo il nostro profilo da tempo, ricchissimo di materiale audio utile all’apprendimento dell’italiano. Si tratta di conversazioni tematiche (es. alla fermata del bus, in stazione, al ristorante o al bar) tra italiani che vivono in Italia. Ci sono anche episodi in cui viene letta una storia in italiano (per esempio gli episodi che parlano del gatto Dante sono seguitissimi!) ricca di espressioni idiomatiche e colloquiali. Molti dei nostri insegnanti usano queste registrazioni come compiti da dare ai loro studenti, che ne sono sempre molto entusiasti.

Gli esercizi di grammatica italiana di Loescher Editore

I nostri colleghi di Italiano Facile hanno fatto un ottimo lavoro, raccogliendo una serie di schede di grammatica a loro volta tratte dal sito web di Loescher Editore. Queste schede presentano sempre due pagine: nella prima è spiegata una regola grammaticale della lingua italiana, nella seconda ci sono degli esercizi per applicarla. Sì, è vero, questi sono un po’ datati ma agli studenti piace sempre molto impegnarsi nella sfida di riuscire a completarli, specialmente quando possono consultare la teoria e contare sull’insegnante per eventuali dubbi.

Le letture graduate e i Parallel text

Sul nostro sito easyreader.org sono disponibili decine e decine di ebook per imparare italiano. Il loro costo è decisamente contenuto ed è possibile scaricare gratuitamente alcuni capitoli di prova. Altri testi (interi!) sono addirittura gratuiti, come prova per voi. Trattandosi di libri in formato digitale, sono perfetti da condividere anche con studenti che vivono dall’altra parte del mondo, a cui si fa lezione via Skype. Il fatto che si tratti di storie rende tutto più interessante: li si può utilizzare a lezione e poi lasciare come compito la loro prosecuzione fino a un certo capitolo, da discutere insieme la volta successiva.

Mondadori Education per insegnanti di italiano

Se siete alla ricerca di esercizi nuovi, freschi di attualità, allora il sito web di Mondandori Education è quello che fa per voi. Oltre alla sezione riservata agli studenti – dove possono trovare diversi libri da acquistare (prima però la date un’occhiata anche ai nostri, vero?) – ci sono anche le risorse per gli insegnanti. Sono divise per livello (A1, A2, B1, B2, C1, C2) e poi per tipologia di materiale (ci sono gli esercizi di grammatica, di lessico, di ascolto e le prove complete). Io uso spessissimo questi file con i miei studenti di ogni livello, anche se devo ammettere che qualche volta troviamo alcuni errorini. Il bello è che ne discutiamo insieme e riusciamo sempre ad arricchire la nostra lezione con approfondimenti linguistici interessanti.

Ecco fatto, vi abbiamo segnalato quelli che secondo noi sono le migliori risorse per imparare l’italiano disponibili sul web oggi. Siamo stati trasparenti come piace a noi, felici di citare i nostri competitor di valore. Se voleste ricevere altri aggiornamenti come questo, vi invitiamo a iscrivervi alla nostra newsletter, assicurandovi che per noi la qualità viene sempre prima di tutto.

italianoxstranieri.com

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Easy Readers o Parallel Text? Facciamo chiarezza…

Febbraio 21, 2020 by itxstra

da Barbara Bassi

Molti di voi già conoscono il portale Easy Readers, un e-commerce pieno di risorse utili sia a studenti che a insegnanti di italiano per stranieri. In questo “Paese dei Balocchi” per chi ha bisogno di una guida all’insegnamento o all’apprendimento, si possono trovare due diverse tipologie di prodotti (oltre, naturalmente alle lezioni online). Si tratta dei cosiddetti Easy Readers (sì, lo sappiamo: il nome è lo stesso del sito e presto capirete perché) oppure dei più specifici Parallel Text.

I primi sono dei libri di facile lettura, easy per l’appunto. Attenzione, però: la facilità non consiste nella banalità della storia, quanto nella struttura dell’edizione, costruita appositamente per accompagnare il lettore nella comprensione delle parole difficili attraverso domande-chiave e grazie a una preziosa nota lessicale proposta in modo graduale (niente a che vedere con le pesanti “appendici lessicali” che si trovano in fondo a certi libri, completamente decontestualizzate dalla narrazione).

I Parallel Text sono invece storie che offrono una traduzione speculare, presentando quindi due versioni parallele del testo: per esempio, una in inglese e l’altra in italiano. Ogni riga è numerata per mantenere il lettore focalizzato su un certo concetto e permettergli di fare confronti in modo intuitivo.

Quando è meglio usare un Easy Reader e quando un Parallel Text?

Questa è una domanda che un bravo insegnante potrebbe porsi. Chi infatti ha a cuore i propri studenti sa che non si può proporre loro esercizi o libri di testo senza una certa logica. Ogni libro è diverso così come lo sono gli studenti, che hanno diversi interessi e gradi differenti di sviluppo delle diverse tipologie di intelligenza esistenti.

Ecco che quindi un Easy Reader risulterà ideale a insegnare una lingua a un principiante, attraverso la tecnica dello storytelling. Questa metodologia immersiva e situazionale risulta molto migliore rispetto a quelle più tradizionali e decontestualizzate (es. una lista di parole da memorizzare, senza comprenderne l’uso effettivo). Un Easy Reader si presta bene per un utilizzo didattico che gioca su più competenze: quella di ascolto (prestate la vostra voce allo studente, leggendo per lui il testo), di lettura, di scrittura (per rispondere alle domande indicate nel testo), di ragionamento, di comprensione della storia.

Un Parallel Text, invece, è più indicato per chi ha già una certa padronanza con la lingua e desidera affrontare una lettura per il puro piacere fruitivo, senza troppi sforzi di comprensione. Per procedere senza intoppi, il lettore potrà aiutarsi con la traduzione e – senza rendersene conto – assimilare vocaboli ed espressioni dapprima sconosciute. Questo è quello che accade grazie alla sensazione di piacere provocata da una certa attività: l’energia generata dallo sforzo compiuto in autonomia permette una memorizzazione più efficace, anche perché viene privata dalla consapevolezza dell’apprendimento e quindi da quei blocchi involontari che si generano di fronte all’ignoto.

Vi ricordiamo, infine, che sia gli Easy Readers che i Parallel Text presenti sul nostro e-commerce sono stati classificati secondo un certo livello del Quadro Europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue. Se state già pensando a chi – tra i vostri studenti – potrebbero interessare questi libri, siete davvero dei bravi insegnanti.

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Come usare un Parallel Text per insegnare italiano a tutti i livelli

Febbraio 11, 2020 by itxstra

da Barbara Bassi

Per chi non lo sapesse (cosa più che lecita) un Parallel Text è un libro che racconta una storia divisa in due: da una parte c’è la sua versione in una lingua, dall’altra parte la sua traduzione in un’altra lingua. Normalmente le pagine sono speculari e la comprensione della traduzione è guidata attraverso la numerazione delle righe. Sul nostro sito Easy Readers trovate diversi esempi di Parallel Text, dove in copertina sono riportate le “bandierine” che segnalano le due lingue in cui è scritta la storia.

Lo so a cosa state pensando. Che la traduzione è il livello più alto di comprensione di una lingua.
E avete ragione! Sì, perché non si tratta solamente di saper comunicare un’esigenza contingente e immediata, ma di riflettere sul modo migliore per esprimere un concetto, tenendo conto del contesto originario, sia storico che sociale.

Sì può pertanto dire che un Parallel Text sia adatto solamente a studenti avanzati, appassionati di glottologia e di antropologia, con una buona cultura generale? Nì.
La verità è che ci sono altri usi offerti da questa tipologia di libro, applicabili perfettamente a uno studente principiante o intermedio.

Pensate per esempio di voler inserire il vostro volenteroso studente nel contesto di una certa storia, mettiamo quella di “La sorpresa”, un ebook che parla di un imprevisto nella vita di coppia di due giovani italiani. Prima di riempire la testa del vostro povero studente straniero con un’infinità di vocaboli inaspettati (se è all’inizio del suo percorso, potrebbe conoscerne appena una ventina), sarebbe meglio indirizzarlo verso un certo ambito in cui potersi muovere grazie alle sue capacità logiche.

Prediamo la pagina di esempio scaricabile gratuitamente: dopo aver letto interamente la versione in inglese, lo studente potrà ritornare alla versione italiana, analizzandola riga per riga (è facile: ci sono i numerini).
A questo punto potreste chiedergli di indovinare il significato del verbo “adorare” tratto dalla frase “Davide adora uscire la sera” alla riga 6. Per lo studente sarà più facile capire che quel verbo ha un significato positivo, poiché già conosce quella parte della storia.

Potreste anche approfittarne per introdurre un approfondimento sulla traduzione di “to love”, proponendo altri contesti legati al tema dell’amore (sì, lo so, con questo si potrebbe andare avanti all’infinito).

Se invece il vostro studente è di livello intermedio, allora potreste invitarlo al dialogo attraverso domande del tipo “Cosa ne pensi delle relazioni a distanza?”, naturalmente dopo avergli fatto leggere sia la versione inglese, sia quella italiana e avergli chiarificato le parole o le strutture di più difficile comprensione. Insomma, a partire da una semplice pagina – se non di una sola riga – potreste costruire un’interessante lezione su un argomento su cui senza dubbio chiunque ha molto da dire!

Vi ricordiamo che i Parallel Text disponibili sullo shop di Easy Readers sono suddivisi per livello, in modo tale da poter essere utilizzati in autonomia dai vostri studenti. Qualora decidiate di usarli durante le vostre lezioni, allora si dà il via libera alla creatività! Giocate con i Parallel Text, divertitevi a estrapolare tutte le loro potenzialità. È anche in queste abilità che si riconosce un buon insegnante.

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Che cos’è Easy Readers e perché è un’ottima idea!

Febbraio 4, 2020 by itxstra

di Barbara Bassi

Ogni volta che i miei studenti di italiano mi chiedevano consigli su un buon libro da acquistare per esercitarsi a casa volevo sparire. Mi veniva in mente la prima volta in cui mi sono ritrovata a rispondere a quella richiesta, finendo disgraziatamente col consigliare l’acquisto del primo manuale che mi era capitato sottomano.

Attirata dai colori sgargianti e dalla grafica accattivante del volume, mi resi presto conto di aver preso un grosso granchio. Quel libro non era adatto alla mia studentessa, che cercava qualcosa di stimolante intellettualmente, in linea con i suoi interessi e con la rapidità di apprendimento che caratterizza gli universitari.

Non andò meglio cercando sul web, Amazon in primis. Lì la scelta è troppo ampia e il rischio di cadere nel medesimo errore di acquistare un libro inadatto alle esigenze specifiche dello studente è troppo alto.

Serve una guida, ma non qualcuno che abbia provato un determinato manuale e lo abbia trovato efficace per sé, bensì un punto di riferimento che contenga i migliori libri di italiano disponibili sul mercato. Magari scritto da qualcuno che appartiene al settore da anni, qualcuno di esperto insomma.

Che cos’è Easy Readers, in breve

Un bel giorno sono atterrata su un sito chiamato Easy Readers, mentre esploravo le risorse per gli insegnanti messe a disposizione dalla scuola con cui collaboro. Dopo un rapido sguardo ai prodotti disponibili su questo e-commerce, ho sorriso e tirato un sospiro di sollievo.

Su questa piattaforma web, curata da qualificati insegnanti di lingua, ho trovato una ricca varietà (ma non infinita da non capirci più nulla) di ebook in italiano specifici per stranieri, con diversi livelli di difficoltà.

Se si fa clic su ciascun prodotto, si apre subito una chiara descrizione del contenuto del libro, con la possibilità di scaricarne un estratto gratuitamente per vedere davvero di cosa si tratta.

Anche il formato è chiaramente indicato sotto ogni prodotto: non dovrete preoccuparvi che i vostri studenti abbiano o meno un lettore di ebook, perché tutti i libri sono sempre anche in formato pdf.

Ma il vero valore aggiunto che, secondo me, detengono questi Easy Readers è la loro autenticità. Ogni libro è scritto da italiani appassionati della propria lingua, attenti a renderla comprensibile a chi la sta imparando ma senza cadere nella didattica pedante.

Si tratta, infatti, di storie verosimili: frutto della fantasia degli autori ma molto vicine alla realtà del lettore.

Per aiutarlo nella comprensione, i testi sono scritti in modo da non stancare l’occhio, con frasi brevi e significative. In calce a ogni pagina, c’è poi una piccola appendice lessicale che chiarifica la situazione e arricchisce il vocabolario. Non mancano domande per guidare la comprensione, utili ma non indispensabili a proseguire autonomamente nella lettura.

A questo punto vi starete chiedendo quanto costa tutto ciò e probabilmente rimarrete soddisfatti della risposta. Sì, perché ce n’è davvero per tutte le tasche, anche se in generale i prezzi sono decisamente contenuti. Pensate che alcuni libri costano la bellezza di… Zero. Un ottimo inizio per vedere come va, non trovate?

Ps. Una cosa è certa, finalmente non ho più paura della fatidica domanda “Quale libro mi consiglieresti per imparare l’italiano?”. Ora so esattamente dove trovare la risposta.

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