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La giornata lavorativa

Ottobre 25, 2022 By itxstra

di Francesca Bizzotto

Il mondo è sempre più interconnesso e noi godiamo della ricchezza di poter abbattere con pochi clic ogni distanza. Abbiamo il privilegio e il compito di diffondere la lingua e la cultura italiana incontrando persone da tutto il mondo. Questa meraviglia però ci chiede di “saltare” da una parte all’altra del globo e ci costringe, dunque, ad avere una giornata lavorativa piuttosto organizzata.

Calendari e app

Mentre scrivo, ci avviciniamo al cambio dell’ora. Non tutti gli Stati, però, adottano politiche di alternanza tra ora solare e ora legale; chi le mette in pratica, sposta le lancette in settimane diverse; tra i due emisferi a non coincidere è anche il verso delle lancette da spostare. Se anche a voi questo provoca un gran mal di testa, voglio suggerirvi questi due accorgimenti che vi semplificheranno la vita.

Tra i numerosi siti web e app che ci permettono di verificare l’orario in ogni angolo della terra, alcune ci permettono di salvare le località di nostro interesse da tenere sempre sott’occhio e avere una proiezione nel futuro per poter fissare le nostre lezioni senza intoppi, anche in questi momenti dell’anno. Eccone alcune di facili e gratuite:

  • worldtimebuddy.com
  • timeintersect.com
  • timeanddate.com

Se anche voi, tenete un calendario virtuale (uno tra tanti: Google Calendar, che è molto intuitivo e abbastanza personalizzabile), non dimenticate di condividerne gli appuntamenti con ciascuno studente. Se funziona bene come promemoria e riduce le possibilità che gli studenti dimentichino la lezione, è utilissimo anche per permettergli un controllo sull’orario definito. Questi strumenti infatti mostrano a ciascuno – noi e loro – il proprio orario, già convertito nel proprio fuso, e se qualcosa non torna, avremo modo di correggere in tempo.

Puntate alla regolarità e dividete il mondo!

È apprezzabile essere flessibili con i nostri studenti, ma credo che un’organizzazione ottimale richieda una certa regolarità. Quando possibile, chiedete agli studenti di fissare la loro lezione settimanale sempre allo stesso giorno e alla stessa ora. Questo riduce la possibilità di errori e il vostro “lavoro di incastro” tra tutti gli incontri sarà più snello.

Se anche i vostri studenti sono sparsi in tutto il mondo, potrebbe essere utile dividerli in gruppi a seconda delle aree geografiche. Ad esempio, il lunedì, il martedì e il giovedì mattina io incontro tutti i miei studenti neozelandesi e australiani. Al martedì e al venerdì sera concentro tutti gli americani. Questo rende più ordinata ed efficiente la mia settimana lavorativa e mi lascia alcuni spazi liberi da lezioni per svolgere gli altri compiti dell’organizzazione didattica.

Organizzate le lezioni in blocchi

Questa suddivisione in “gruppi geografici”, nel tempo, mi ha portato a organizzare le lezioni in blocchi.

Io consiglio sempre di evitare l’intermittenza negli incontri. Certo, avere fiumi di lezioni una dopo l’altra non è l’ideale, ma occupare un’intera giornata con sole 4-5 lezioni sarebbe troppo dispersivo. La soluzione, quindi, potrebbe essere quella di programmarle in blocchi di 4-5 ore separando una lezione dall’altra di pochi minuti soltanto, per garantire la puntualità e la giusta attenzione a tutti (che a volte ci fa sforare dai 30 minuti) ma anche per prenderci un bicchiere d’acqua!

In questo modo nella nostra agenda si creano degli spazi con qualche ora libera dalle lezioni. Questo è il tempo ideale per:

  • rivedere con calma e inviare gli appunti delle lezioni;
  • segnare qualche utile nota per tener traccia del percorso d’apprendimento dei singoli studenti e porre nuovi obiettivi;
  • produrre il nuovo materiale necessario e inviarlo (ogni processo creativo ha bisogno di spazi senza orologio, credo);
  • aggiornare i registri degli studenti e svolgere tutte le altre incombenze lavorative quotidiane.

Stabilite una routine

Non so se siate delle persone abitudinarie. Io non lo sono particolarmente ma, nel lavoro trovo utile scandire la giornata lavorativa in questo modo:

  • accendo il computer e apro i siti di alcune testate giornalistiche per aggiornarmi e, magari, trovare spunti utili per conversare sull’attualità durante i primi minuti di lezione;
  • svolgo i miei “blocchi di lezioni” e tutte le altre attività lavorative;
  • faccio qualche pausa (dobbiamo dare sempre il massimo con ciascuno studente, ecco perché di tanto in tanto dobbiamo alzarci, staccare gli occhi dal computer, farci un caffè…);
  • organizzo la successiva giornata di lavoro, preparando i file e verificando di avere tutto pronto;
  • mi prendo un’oretta di tempo a chiusura della giornata per rispondere alle mail e aggiornare i registri;
  • cerco di impormi un orario di fine giornata, per dedicarmi alle mie attività personali del tempo libero e da quel momento cerco di non controllare più la posta elettronica fino all’indomani.

Trovo, infatti, che proprio per rendere ogni giornata più serena e produttiva a lavoro, sia fondamentale quotidianamente dedicarsi del tempo per ricaricarsi. E se l’agenda rischia di comprimere anche questo spazio: mettete in calendario il vostro allenamento, una bella passeggiata, un’ora di lettura, un film con gli amici. Avrete anche qualcosa di bello da raccontare ai vostri studenti!

Buon lavoro,
Franci

Pronti per le lezioni di prova?

Ottobre 18, 2022 By itxstra

di Francesca Bizzotto

Che tu sia un insegnante navigato o alle prime esperienze, la lezione di prova con un nuovo studente non ti lascia mai indifferente. Giustamente vuoi fare una buona impressione, vuoi che lo studente veda fin da subito le tue capacità e che decida, grazie a questo primo incontro, di averti come suo insegnante. Allora, come ci prepariamo al primo incontro?

Sfruttiamo al massimo il primo scambio d’email

Non usiamo il primo contatto con lo studente soltanto per accordarci sulla data dell’incontro. Cerchiamo invece di prendere già le prime informazioni sullo studente: chi è, da quanto tempo studia italiano, quali sono le sue passioni… Se siamo abbastanza fortunati da ricevere una risposta in italiano, possiamo già avere una prima idea sul suo livello linguistico e magari raccogliere alcuni preziosi spunti per preparare una buona prima lezione.

Il primo incontro come test reciproco

Se il primo incontro è una sorta di test d’ingresso informale sul nostro studente, è altrettanto vero che, dall’altra parte, sarà un test di valutazione di noi come insegnanti. Per questo già la prima lezione è condita dal desiderio di soddisfare le sue aspettative e dall’ambizione di creare fin da subito una certa sintonia. Certo, lo sappiamo, nel tempo impareremo entrambi a prendere le misure e ad apprezzarci ma, in questo caso, abbiamo solo una lezione per “conquistarlo”. Dunque, poniamoci pochi obiettivi, chiari e semplici.

Due obiettivi

Personalmente mi pongo sempre due obiettivi principali: creare una buona atmosfera e lasciargli qualcosa da “portare a casa”.

Al termine dell’incontro, infatti, il suo giudizio sulla nostra lezione si costruirà in due momenti differenti. Il primo, immediatamente, sarà concentrato su come si è sentito: lo abbiamo fatto divertire? L’abbiamo messo a suo agio? Ottimo! L’abbiamo annoiato o fatto sentire sotto pressione? Non bene. Il secondo giudizio, un po’ più lucido, si formerà a distanza di qualche ora o giorno: si chiederà “Cosa ho imparato? Sarà utile seguire le lezioni con questo insegnante?”

Dunque organizzo sempre la lezione tenendo a mente questi obiettivi.

Organizziamo la lezione

Nonostante io odi la monotonia e cambi spesso i contenuti della prima lezione, seguo sempre la stessa struttura e alcune semplici regole. Le riassumo in pochi punti:

  • Parto da un argomento a lui familiare (ispirandomi magari proprio allo scambio di mail). Questo lo metterà facilmente a suo agio, lo farà giocare in un terreno sicuro, abbassando il filtro affettivo e permettendoci di scorgere subito chi è il nostro studente.
  • Preparo materiali diversi, in modo da poter disporre di una vasta gamma di piccole attività da cui attingere in base all’andamento della lezione. Creare in itinere il percorso mi permette di modulare la difficoltà sulla base dei feedback che ricevo e “testare” il livello dello studente. Non dimentichiamoci che non sempre il livello da lui dichiarato corrisponde a quello reale. Restiamo pronti a tutto!
  • A meno che lo studente non abbia fatto richieste specifiche, organizzo sempre brevi attività per toccare diverse abilità linguistiche (un piccolo video, un brevissimo testo da leggere insieme, una foto da commentare che apra alla conversazione, …). Ma senza esagerare con il numero: il percorso deve essergli lineare, non disorientarlo saltando da destra a manca. L’intento è rendere dinamico l’incontro e presentare un esempio di lezione.
  • Prevedo sempre un “souvenir”. Come dicevo, lo studente a distanza di qualche ora ripenserà alla lezione e si chiederà “Divertente, sì! Ma cosa ho imparato?”. Ecco perché prevedo sempre che al termine della lezione lui abbia in mano qualcosa di concreto: una lista lessicale sul tema, una piccolissima (e puntuale) regola grammaticale, un gruppetto di espressioni su un ambito comunicativo particolare. Qualcosa di piccolo, ma tangibile.

Se studiamo e organizziamo nei dettagli la lezione, saremo pronti ad ogni eventuale imprevisto, potremo adattare la lezione in corso d’opera e, serenamente, ci potremo esprimere al meglio.

Naturalmente questa è una traccia che – con meno incognite e uno stato d’animo magari più leggero – possiamo seguire anche negli incontri successivi, per creare ogni volta un momento gradevole di apprendimento efficace.

Mail post lezione

Dopo la lezione, meglio senza lasciar passare troppo tempo, gli scriviamo una nuova mail per inviargli il file con gli appunti e la registrazione della conversazione. Ecco, cogliamo l’occasione per spendere due righe per ringraziarlo, offrendoci di rispondere a eventuali dubbi e, se ce n’è la possibilità, magari per lasciargli qualcosa in più sul tema della lezione. Un esempio? Abbiamo svolto la lezione sulla sua passione per gli strumenti a fiato? Inviamogli il link ad un breve video di un flautista italiano che esegue un bravo che ci piace. Sarà un ulteriore souvenir che gli dimostrerà che siamo degli insegnanti attenti.

Spero che con queste poche indicazioni, ti abbia dato l’idea che ci vuole davvero poco per prepararsi ad una prima lezione – la prima di una lunga serie – serena, efficace e d’effetto. E farci riconoscere sin da subito come insegnanti preparati e appassionati!

Buon lavoro!

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