Ha scritto tanto Gianni Rodari: decine di romanzi, racconti, filastrocche, incursioni nella letteratura fantastica e perle di pagine per l’infanzia tra le più belle della nostra narrativa. Lo scrittore piemontese fa spesso capolino nei corsi di italiano L2/LS: didattizzato da molti autori, i suoi testi sono spesso utilizzati nei libri di italiano per stranieri, vuoi per la ricchezza stilistica e lessicale, vuoi per l’originalità e la creatività che indubbiamente stimolano nel lettore.
Il pensiero di Rodari, meglio, il suo processo creativo, ci viene raccontato in un libro; anzi: Rodari divulga, diffonde, condivide le sue esperienze creative in un testo interessantissimo e dalle molteplici possibilità di lettura:
Grammatica della fantasia
Introduzione all’arte di inventare storie.
In questo articolo si fa riferimento all’edizione Einaudi Ragazzi del 1997.
La Grammatica, a voler ridurre a mera storia editoriale questo testo chiave, è il frutto degli Incontri con la Fantastica, dei seminari (“conversazioni”, le chiama Rodari) sulla creazione di storie che il nostro autore tenne a Reggio Emilia, all’inizio degli anni ’70, davanti a un pubblico di maestri, educatori, bibliotecari, e qualche semplice appassionato. A proposito, Rodari: “Il libretto […] non rappresenta […] né il tentativo di fondare una Fantastica in tutta regola, pronta per essere insegnata e studiata nelle scuole come la geometria, né una teoria completa dell’immaginazione e dell’invenzione, per la quale ci vorrebbero ben altri muscoli e qualcuno meno ignorante di me”. Si tratterebbe, a volersi fidare di queste parole, quasi di una chiacchierata tra amici registrata e sbobinata forse a tempo perso. Un volumetto in cui “si parla di alcuni modi di inventare storie per bambini e di aiutare i bambini a inventarsi da soli le loro storie”, in cui “si tratta solo dell’invenzione per mezzo delle parole e si suggerisce appena […] che le tecniche potrebbero facilmente essere trasferite in altri linguaggi, dal momento che una storia può essere raccontata da un narratore singolo o da un gruppo […]”.
C’è altro. È evidente da subito che c’è altro. E c’è altro che serve a noi insegnanti di lingua per fare, per creare, per sviluppare.
Se non si fosse capito, la Grammatica è un testo pensato per bambini. Un sussidio per chi lavora coi bambini, per chi li conosce, li chiama per nome, per chi stimola in loro il processo creativo e raccoglie i frutti della crescita del potenziale linguistico degli studenti più piccoli. Un libro per maestri, educatori, per genitori consapevoli e per chiunque sia a contatto col mondo dei più piccoli.
E noi? Noi insegnanti di italiano a stranieri? Molti di non hanno esperienza con bambini e ragazzi, anzi: il mercato dell’italiano L2 (e ancor di più LS) è tendenzialmente destinato agli adulti (fatta eccezione per le recenti aperture ministeriali e per pochissimi altri contesti). Per quale ragione Rodari dovrebbe parlare, a distanza di più di quarant’anni, anche a noi?
Noi abbiamo le nostre grammatiche, i nostri sussidi paradidattici, abbiamo i libri di testo supercomunicativi, internet, le LIM, abbiamo gli iPad, le tecniche suggestopediche e i gruppi Facebook. Eppure… Quante volte ci troviamo in difficoltà nel dover proporre alle nostre classi delle attività di produzione scritta? Quanto spesso riduciamo tutto a “Racconta cosa hai fatto nel fine settimana” o a “I tuoi progetti per il futuro”? Difficilmente osiamo quando si tratta di scrivere. Raramente andiamo al di là degli aspetti quotidiani (ma mai troppo personali, mai sia che lo studente si senta invaso nella sua sfera privata). Complice una certa tendenza a far produrre elaborati scritti ben guidati dal faro di una supposta utilità (il messaggio di posta elettronica, la lettera all’amministratore di condominio, volendo anche lo status FB, quando ci va di fare i moderni, i social), spesso, molto spesso, dimentichiamo gli aspetti più ludici e creativi della produzione scritta, libera o guidata che sia.
E in questo la Grammatica è un ausilio più che valido, una piccola miniera di attività che, sebbene pensate per sviluppare la creatività e la fantasia di bambini italiani che devono imparare a scrivere, si adattano perfettamente ai contesti di insegnamento dell’italiano L2/LS, anche (forse soprattutto) alle classi di adulti. Un approccio ludodidattico, insomma? Non proprio, o meglio, non del tutto. Diciamo piuttosto una bella antologia di esercizi, di stimoli e spunti di riflessioni che portano sì in classe un’atmosfera informale, rilassata e giocosa, ma che possono rimanere delle singole attività perfettamente integrate e integrabili in una didattica di stampo marcatamente comunicativo.
Cosa accadrebbe se il protagonista del racconto che scriviamo con i nostri studenti fosse un omino di vetro che ha le caratteristiche proprie del materiale che lo compone? Un omino, trasparente, fragile, colorato, lavabile? E se Cappuccetto Rossi incontrasse Pollicino nel bosco? Se Pinocchio capitasse nella casetta dei Sette Nani (Insalata di favole, la chiama Rodari). Insomma: dai giochi di parole alle fiabe scomposte, dalle creazioni che spaziano nel campo dell’assurdo a lavori colti e filologici sulle favole italiane, la Grammatica è un testo imperdibile, e incredibilmente è un sussidio che si fa apprezzare con classi di tutti i livelli, dall’A1 al C2, in tutti i contesti, più o meno formali, con studenti di ogni età e di (quasi) qualsiasi livello di scolarizzazione.
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