Italiano per stranieri!

Come insegnare l'italiano L2, material gratuiti

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Pronuncia e intonazione (1): come e quando lavorarci su

Giugno 21, 2019 by itxstra

Per rispondere subito ai due quesiti direi che è bene affrontare la pronuncia e l’intonazione in parallelo a tutti gli altri elementi linguistici, in modo breve ma costante. Si possono considerare un riscaldamento quando si comincia la lezione.

Il cervello dell’alunno recupererà così, fin da subito, il programma “pronuncia e intonazione” e (si spera!) lo manterrà aperto durante tutta la sessione. Svilupperà inoltre un’abitudine ad aprire tale programma ogni qualvolta si sintonizzi sul canale “italiano”.

Ecco dunque un esercizio semplice da svolgere 5/7 minuti:

Prendiamo come spunto le frasi dell’inizio della conversazione nel caso di principianti. Mi riferisco a principianti nello studio della pronuncia e dell’intonazione (potrebbero essere persone che hanno già un livello B o persino C).

Insistiamo sui punti deboli dell’alunno (ad esempio, marcando in modo secco le R e le vocali nel caso degli inglesi, magnificando la differenza tra B e V nel caso degli spagnoli, distinguendo la E e la A nel caso dei turchi, eccetera).

Per prima cosa pronunciamo e facciamo ripetere parola per parola allo studente. Soffermiamoci su ciascuna delle parole in questione, suggerendo altri vocaboli che abbiano assonanza nella ritmica o nella pronuncia. L’obiettivo è una rapida ‘full immersion’ in un certo suono. L’alunno non deve ripeterle tutte, bensì concentrarsi solo sulla parola di partenza (ad esempio, se la parola è “azione”possiamo proporre “relazione, variazione, presentazione, animazione”…) per poi tornare a insistere un paio di volte sulla parola trattata (azione). Ora tocca a lui/lei ripetere.

Recuperiamo, a questo punto, sequenze di tre o quattro parole e chiediamogli di ripeterle.

Infine, facciamo la stessa cosa con la frase intera, senza curarci dell’intonazione generale. Altrimenti si mette troppa carne al fuoco.

Trattiamo, invece, l’intonazione nella fase finale dell’esercizio. Ripetiamo un paio di volte la frase e, nel caso in cui l’alunno abbia difficoltà, proponiamogliela per iscritto. Per alcune persone è utile visualizzare la dinamica.

Stabiliamo, in questi casi, un codice con l’alunno. Ad esempio, frecce o linee che marchino le salite e discese di tono (come un elettrocardiogramma), X o punti per le micro-pause all’interno della frase.

La parte (2) si trova qui

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L’importanza delle letture graduate

Maggio 20, 2019 by itxstra

Se sei un’insegnante di italiano avrai di sicuro, almeno per un periodo della tua vita, studiato un’altra lingua. O almeno avrai provato a studiarla. L’avrai fatto alla scuola dell’obbligo, o all’università, o in un corso di lingua all’estero, o in modalità auto-studio. Qualcuno di voi potrebbe anche aver praticato la lingua con amici stranieri, colleghi, clienti, fidanzati o amanti. Devo dire che praticare la lingua con un fidanzato o un amante ha sempre portato ad ottimi risultati, ma questo ovviamente dipende dalla durata della relazione…

Se ripenso alla mia esperienza con lo studio dell’inglese, mi immagino che sia andata allo stesso modo un po’ per tutti. Classe 1981, ho cominciato con l’inglese alle scuole superiori (alle medie da noi al sud si studiava ancora il francese, di cui mi innamorai subito ed è ancora oggi una delle lingue che parlo meglio). La mia insegnante di inglese aveva sempre i denti sporchi di rossetto e ci spiegava la grammatica scrivendo le frasi e le regole alla lavagna. Il suo era un approccio formalistico-deduttivo, insomma il più classico degli approcci glottodidattici. Le attività erano, in ordine sparso, apprendimento degli aspetti morfosintattici, dettato, traduzione e lettura soprattutto di testi classici della letteratura inglese. In particolare, con la letteratura, la Prof leggeva ad alta voce e noi ascoltavamo. Qualche volta chiedeva a noi di leggere ad alta voce e, alla fine della lettura, non verificava mai la nostra comprensione del testo.

Ma che noia! E che inutilità. A me le ore di inglese piacevano lo stesso, perché andavo matta per le lingue straniere, ma i miei poveri compagni, quelli che prendevano sempre quattro e non ricordavano mai niente, forse non avevano proprio tutte le colpe…

Se solo potessi, andrei a riprendere quei compagni nel passato e gli proporrei di ricominciare a studiare l’inglese. Ma non con i testi di letteratura della Prof col rossetto sui denti. Gli proporrei delle letture graduate, come quelle che oggi propongo ai miei studenti di italiano. Partendo dal livello A1, fino ad arrivare al C2, le letture graduate sono così organizzate: divise in capitoli, includono delle attività sul testo che permettono di verificare la comprensione della lettura (vero o falso, risposta multipla, matching, ecc…) e un glossario utilissimo con tanto di traduzione.

I miei studenti non possono più farne a meno. Hanno cominciato con la prima lettura A1, per poi provarne altre due o tre e poi passare al livello successivo e così via. Non solo le letture graduate migliorano la comprensione scritta e il lessico, ma, soprattutto, aumentano entusiasmo, motivazione e autostima, tre elementi chiave per lo studio di una lingua straniera.

Ecco il link alle letture graduate che i miei studenti usano ed apprezzano tanto: https://easyreaders.org/product-category/italian/ 
https://easyreaders.org/catalogue/

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Notizie di attualità semplificate

Maggio 13, 2019 by itxstra

Mi ricordo ancora la prima volta che un mio studente, Andrew, inglese, mi chiese di consigliargli un giornale da leggere. “Mi piacerebbe leggere un giornale italiano” disse, “per vedere se riesco a capire cosa c’è scritto”. “Lo so che i giornali sono difficili da leggere, anche nella propria lingua” continuò “ma vorrei provare. Quale quotidiano mi consigli?”

“Mmmmmm, e che ne so” pensai tra me e me, un po’ spiazzata dalla domanda. Faccio fatica anch’io a leggere i giornali italiani, un po’ per la difficoltà degli argomenti, un po’ per il linguaggio tecnico, un po’ per gli elementi culturali propri dell’attualità italiana che sono difficilissimi da trasmettere ad uno straniero.

“La Repubblica” gli dissi, senza riflettere troppo. Ma lo sapevo anch’io che non era un buon consiglio. Nei giorni seguenti lo trovai sempre chino sul tavolo centrale della nostra biblioteca, le dita delle mani nei pochi capelli che gli spuntavano sulla testa, a prendere a morsi il suo dizionario tascabile italiano-inglese. Mi perseguitava con le sue domande sul lessico, la struttura della frase, le parole, i nomi, i concetti. Era veramente stato il peggior consiglio della storia dell’insegnamento dell’italiano a stranieri, lo ammetto, anche per uno studente di livello C1 come lui, tanto motivato e che tornava a Bologna ogni anno nella speranza di poter diventare un C2.

Per farmi perdonare, lo invitai al concerto di Cristina Donà, all’Arena del Sole, in via Indipendenza, e gli regalai pure il biglietto. Così almeno recuperai la sua motivazione e il suo entusiasmo ormai quasi sepolti. E poi un giorno ripresi l’argomento e gli dissi che anche noi italiani capiamo solo una certa percentuale di quello che leggiamo sui quotidiani, e che quindi tutto era semplicemente ok.

Oggi, quel cattivo consiglio non lo darei mai più. Oggi uso easyitaliannews.com per consigliare la lettura e l’ascolto delle notizie di attualità, politica, Italia e esteri. Adatte a tutti i livelli, dall’A1 al C2, e semplificate, sono molto apprezzate dagli studenti e non c’è studente che non sia in grado, dopo l’ascolto o la lettura o entrambi, di esprimere un giudizio o commento sull’argomento della notizia. Easyitaliannews.com aiuta con l’apprendimento della lingua ma è anche uno stimolo ad approfondire argomenti di attualità sia italiani che esteri.

Consiglio altamente l’utilizzo di questo sito per le vostre lezioni. Gli studenti potranno iscriversi inserendo il loro indirizzo email e potranno anche cercare le edizioni precedenti nell’archivio.

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Easy Italian News – notizie scritte in modo chiaro e semplice!

Ottobre 8, 2018 by itxstra

Siete alla ricerca
di un giornale gratuito
che offra notizie
scritte in modo chiaro
e con un linguaggio semplice
ma allo stesso tempo
non troppo facile
da annoiare gli allievi
che hanno superato
il livello principiante?

Oggi vi presento
Easy Italian News,
un nuovo sito GRATUITO
dove troverete
notizie italiane e straniere,
oltre a sport,
arte ed eventi.

C’è anche l’audio,
molto utile per chi
vuole migliorare
la comprensione
della lingua orale.

Ogni articolo è scritto
in frasi brevi,
stile “poesia”,
così gli allievi
non devono
perdersi dietro a frasi complesse
e di difficile comprensione.

Nella prima pagina
del sito,
nella colonna a sinistra,
è possibile inserire
la propria email
per ricevere
le varie edizioni
del ‘giornale’
appena escono.

Il giornale
ha tre edizioni:
il martedì, il giovedì
e il sabato.

A sinistra trovate
tutte le edizioni
del giornale,
così potrete
sempre usare gli articoli,
anche fra qualche mese.

Questo giornale
è molto utile
sia per le lezioni di grammatica
che per quelle di
ascolto e conversazione.

Alla fine di
ogni articolo
sono presenti i link
da cui sono state tratte
le notizie.

E’ possibile utilizzare gli articoli
per fare
esercizi individuali
o a gruppi,
come punto di partenza
per dibattiti
in base all’argomento scelto,
o per delle semplici conversazioni
a seconda del
livello dei vostri allievi.

Ad esempio,
potreste usare
l’edizione del 06 ottobre
per dividere la classe
in gruppi
e assegnare ad ognuno
un tema
su cui discutere.

Oppure usare
l’audio
per fare un dettato
a tutta la classe.

O anche
utilizzare i link
dei vari giornali,
presenti sotto ad ogni articolo,
per mettere a confronto
il modo in cui
viene trattato
lo stesso argomento.

Queste sono
solo alcune idee,
ma le possibilità
sono numerose
e in base agli
articoli pubblicati
ogni settimana,
avrete sempre
nuovo materiale
per rendere interessanti
le vostre lezioni!

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Terza età ed insegnamento (parte 2): il docente

Dicembre 14, 2017 by itxstra

di Marika Romano 

Terza età ed insegnamento (parte 1): lo studente anziano

Il docente che insegna agli individui anziani deve possedere una ottima dose di empatia, disponibilità, flessibilità e molta pazienza.

Ci sono alcuni fattori da tenere in considerazione:

Udito

Gli studenti anziani hanno spesso problemi di udito perciò è importante che gli insegnanti abbiano alcuni accorgimenti e seguano alcune regole:

  • parlare chiaramente e più lentamente
  • regolare il volume di video ed esercizi d’ascolto
  • ripetere i listening un paio di volte
  • assicurarsi che non ci siano rumori che disturbano la classe
  • utilizzare video (non troppo lunghi) o spezzoni di film che permettano allo studente di leggerne il contesto

Quando insegno in Inghilterra, devo forzarmi a rallentare la mia parlata che immancabilmente accelera non appena arrivo in Italia!

Vista

La riduzione della vista è un fattore importante da considerare nel contesto didattico dato che l’apprendimento umano avviene per vie visive all’80%.

Il docente dovrebbe:

  • stampare il testo a lettere più grandi per facilitarne la lettura
  • assicurarsi che gli studenti possano vedere la lavagna
  • scrivere in modo chiaro alla lavagna
  • che la stanza sia sufficientemente illuminata

Problemi motori

Molti anziani hanno spesso problemi di mobilità o soffrono di dolori articolari, quindi è importante che:

  • le sedie siano comode (alcuni si portano un cuscino da casa)
  • se ci sono giochi di ruolo, magari far sì che siano i più agili a muoversi nella classe. Sono assolutamente da evitare attività troppo energiche

Memoria

È risaputo che nelle persone anziane in generale c’è una diminuzione della memoria a breve termine e un declino della velocità di rielaborazione. L’insegnante può aiutare lo studente a superare questo declino cognitivo in vari modi:

  • ripetere sistematicamente la grammatica e il lessico. A volte può essere frustrante dover rifare e ridire le stesse cose ma, come ho già detto, ci vuole molta pazienza
  • incoraggiare gli studenti ad utilizzare strategie personali. Molti dei miei studenti ‘agganciano’ una parola italiana ad una simile inglese oppure inventano acronimi per ricordare una sequenza
  • lasciare loro più tempo per potersi esprimere
  • ripetere più volte gli esercizi di ascolto o un video. Le lezioni in generale sono più diluite

Il piacere di apprendere

Ovviamente l’insegnante deve ricordare che l’apprendimento di una lingua deve essere vissuto come un’esperienza positiva e non stressante. Moltissimi studenti anziani temono il fallimento; magari in passato sono stati degli studenti ‘scarsi’ o hanno già provato ad imparare una lingua senza alcun risultato. È fondamentale che l’insegnante faccia sentire gli studenti a proprio agio, non li metta in situazioni stressanti, stemperi l’ansia e non li giudichi duramente. Un po’ come insegnare ai bambini!

É importante quindi:

  • evitare i test cronometrati che sono fonte di ansia
  • concedere più tempo per completare le attività
  • promuovere un’atmosfera rilassata e amichevole
  • sostenere positivamente gli studenti, apprezzandone i progressi

Molto spesso consiglio ai miei studenti di guardare indietro nel tempo per constatare quanto abbiano appreso fino a quel momento e fare un confronto con la situazione passata. Questo è un ottimo incentivo per poter proseguire, soprattutto quando ci sono momenti di sconforto e frustrazioni. Inoltre, in quanto insegnante in un paese straniero, paragono la mia situazione alla loro. Anch’io, anche se in misura molto minore, vivo le stesse frustrazioni. Non salgo su un piedistallo ma faccio sì che si sentano nella mia stessa barca.

Ah, dimenticavo: la mia studentessa più anziana ha appena compiuto ottanta anni!

Lettura consigliata

Un interessante estratto di Maria Cecilia Luise, Terza età e educazione linguistica. Narrazione e letterature come spazio per la memoria, la saggezza e la creatività.

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Terza età ed insegnamento (parte 1): lo studente anziano

Dicembre 14, 2017 by itxstra

di Marika Romano 

Il progressivo invecchiamento della popolazione è uno dei tratti significativi del XXI secolo. Si stima che entro il 2050 la percentuale di anziani aumenterà dall’11% al 22 % della popolazione totale. Solo in Italia raggiungerà il 35,9%.

I cambiamenti socioculturali e le migliori condizioni di salute hanno modificato lo stile di vita degli anziani.

La cosiddetta terza età, che di solito viene fatta iniziare intorno ai 65 anni, non è più vista come un punto di declino, ma come una nuova fase della vita e come un’opportunità di sviluppo e apprendimento continuo.

Di fatto oggigiorno gli anziani viaggiano molto più rispetto a una volta, sono tecnologicamente più alfabetizzati, sono coinvolti in attività sociali, di volontariato e di apprendimento. Molti studenti anziani desiderano imparare una lingua straniera per vari motivi: per socializzare, per ritardare lo sviluppo dell’Alzheimer, per combattere il declino cognitivo o per realizzare un sogno nel cassetto.

Questo cambiamento ha favorito il fiorire di numerose iniziative formative, formali e non formali, indirizzate a questo nuovo pubblico di apprendenti. Essendo un fenomeno piuttosto recente, manca ancora una glottodidattica geragogica, una didattica delineata, documentata e rivolta specificatamente agli anziani.

Come sono gli studenti anziani?

Rispetto agli adolescenti, gli anziani hanno un bagaglio culturale maggiore, hanno esperienze di vita, sono sempre contenti di parlare delle loro esperienze personali ed esprimere un’opinione, senza reticenze. Si crea un gruppo più aperto, interessante e vario.

Gli studenti della terza età normalmente non sono interessati ad acquisire un certificato, crediti o diplomi. Sono spinti da una motivazione intrinseca: studiano per il piacere di imparare, per il gusto di rispondere ad una sfida personale, per arricchire la propria vita con nuove esperienze, per socializzare o perché era un sogno nel cassetto. Di solito sono molto più motivati rispetto ai giovani discenti. Come dice Balboni, la motivazione che spinge un adulto a intraprendere un nuovo e faticoso percorso formativo, è “ l’energia che mette in moto hardware e software e che si suddivide in dovere, bisogno e piacere” (2002, 38).

Col passare degli anni ho imparato che la socializzazione gioca un ruolo importantissimo nell’apprendimento. Gli studenti instaurano tra loro un ottimo rapporto, frequentano i corsi per ritrovarsi con i compagni, formano un gruppo che molto spesso si ritrova al di fuori dell’ambito scolastico. È uno degli aspetti che mi piace di più, il lato umano: affrontare una nuova esperienza assieme, combattere la solitudine e farsi nuovi amici.

Un altro aspetto da considerare è l’atteggiamento positivo (generalmente) che hanno nell’apprendere una lingua. Sono sempre molto rispettosi sia dei compagni che dell’insegnante, specialmente se madrelingua. Per me è un vero piacere insegnare a loro e allo stesso tempo imparo moltissimo a livello linguistico, umano e culturale.

Ci sono, ovviamente, alcuni fattori da considerare quando s’insegna alle persone anziane.
Vedremo in dettaglio nella seconda parte delle linee guida per il docente che insegna agli anziani.

Terza età ed insegnamento (parte 2): il docente

Bibliografia

Balboni P.E., a cura di (1996), Lo studio delle lingue nelle università della terza età, Vicenza, Del Rezzara.
— a cura di (2004), Educazione letteraria e nuove tecnologie, Torino, UTET.

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Insegnare italiano nel Regno Unito (parte 2)

Novembre 15, 2017 by itxstra

di Marika Romano 

(Già letto ‘Insegnare italiano nel Regno Unito (parte 1)‘?)

Nella prima parte abbiamo visto che opportunità ci sono.

Ovviamente questa situazione si riferisce al pre-Brexit. Nessuno purtroppo sa ancora cosa succederà e se ci saranno dei cambiamenti in futuro.

Dove e come?

Vediamo caso per caso:

1) ASSISTENTE DI LINGUA

L’Assistente di lingua svolge la propria attività presso scuole di vario ordine e grado (escluse le Università) sotto la guida di un docente di lingua italiana per un periodo di circa 8 mesi per 12 ore settimanali.

Per i requisiti consultare il sito del MIUR che pubblica ogni anno, di solito in dicembre, un bando di concorso per la selezione di assistenti di lingua italiana.

2) LETTORE UNIVERSITARIO

Intraprendere questa carriera anni fa era molto più facile, era sufficiente avere una laurea. Ora è praticamente quasi impossibile senza fare un PhD (dottorato) che dura 3-4 anni.

Durante il dottorato si possono svolgere alcune ore d’insegnamento nella propria facoltà, in seminari, in laboratorio, svolgendo direttamente lezioni o come assistente del professore.

I requisiti necessari sono: una Laurea Triennale (voto minimo 100), un Master o Laurea Specialistica e per quasi tutte le materie un dottorato attinente o almeno essere inserito in un Dottorato di ricerca. Non è necessaria l’abilitazione all’insegnamento, anche se molto spesso viene ‘offerta’ la possibilità di farla durante il dottorato.

Per il lavoro di Lettore, si può inviare CV e cover letter direttamente alle università inglesi o consultare il sito del Ministero degli Affari Esteri (Il MAE) per consultare le opportunità in corso.

Qui il link di un organigramma utile e chiaro: http://www.leru.org/files/general/UK-England.pdf (.pdf)

3) INSEGNARE NEGLI ISTITUTI ITALIANI DI CULTURA

Gli Istituti Italiani di Cultura promuovono e diffondono la cultura e la lingua italiana. Per insegnare presso tali strutture occorre partecipare a concorsi pubblici, i cui bandi sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale e consultabili sui siti degli istituti stessi.

Nel Regno Unito ci sono a Londra, Edinburgo e Dublino.

Negli Istituti Italiani di Cultura inoltre è possibile seguire il corso per ottenere l’abilitazione all’insegnamento dell’italiano, il diploma in Teaching Italian as a Foreign language (TIAFL).

4) DOCENTE PRESSO SCUOLE STATALI E PRIVATE

Per insegnare nelle scuole statali e dell’obbligo è necessario avere l’abilitazione all’insegnamento attraverso l’ottenimento del Qualified Teacher Status (QTS), conseguibile in Inghilterra. Nelle scuole private invece a volte non viene richiesto.

Per ottenere l’abilitazione in Inghilterra la strada più comune (ma non l’unica) è il PGCE. La sigla sta per PostGraduate Certificate of Education ed equivale al nostro TFA (tirocinio formativo attivo).

Se si ha già l’abilitazione all’insegnamento in Italia, per verificare il riconoscimento dei vostri titoli di studio, basterà contattare il Department for Business Innovation & Skills oppure il NARIC.

Importante! Tutti gli insegnanti abilitati che vogliono lavorare con i bambini devono presentare un certificato di buona condotta (il DBS). Per maggiori informazioni contattare il Criminal Records Bureau.

E ricordatevi, non esistono concorsi pubblici come in Italia! Ogni scuola pubblica l’annuncio, crea una lista di candidati idonei e fa la selezione dopo una serie di colloqui.

Come ho detto in precedenza, c’è poca domanda nelle scuole pubbliche e di solito viene richiesto l’insegnamento di una seconda lingua, oltre all’italiano (spagnolo o francese).

5) DOCENTE PRESSO ENTI PRIVATI O SCUOLE DI LINGUE

Esiste la possibilità d’insegnamento anche al di fuori della scuola. Alcune compagnie private, banche, agenzie private di lingue, offrono occasionalmente corsi di lingua per i loro dipendenti. Molto spesso non è richiesta alcuna abilitazione.

6) INSEGNANTE PER L’ADULT EDUCATION O ISTRUZIONE PER ADULTI

Ci sono alcuni centri nel Regno Unito che si dedicano all’insegnamento agli adulti interessati ad imparare una lingua per un interesse personale (i cosiddetti ‘leisure courses’).

Questi centri cercano spesso insegnanti d’italiano in quanto, come ho detto in precedenza, l’italiano è una lingua molto richiesta dagli adulti.

Per insegnare in questi corsi non è sempre richiesta un’abilitazione e a volte nemmeno l’esperienza.

7) INSEGNANTE PRIVATO INDIVIDUALE O SU SKYPE (tutor)

Questa è la via più facile in quanto non serve alcun certificato. Però il lavoro è saltuario e non è sicuro.

Esistono molti siti dove poter inserire il proprio profilo. Alcuni trattengono una percentuale per ogni ora insegnata, altri richiedono l’acquisto dei dati dell’insegnante da parte dello studente.

Spero vi sia tutto chiaro!

SITI UTILI

Istituto Italiano di Cultura: http://www.icilondon.esteri.it/iic_londra/it/

ALL (The Association for Language Learning): www.all-languages.org.uk/

Comitato Di Assistenza Scuole Italiane: www.coasit.org/

Ministero dell’Istruzione inglese: www.gov.uk/government/organisations/department-for-education

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: www.miur.gov.it/

British Council, informazioni per candidarsi al F.L.A. (Foreign Language Assistant): https://www.britishcouncil.org/language-assistants/la-in-uk/apply

MAE Ministero degli Affari esteri: www.esteri.it/mae/it/

Un sito utilissimo su cui trovare l’elenco completo delle scuole private inglesi è www.ukprivateschools.com

National Academic Recognition Centre (NARIC): www.naric.org.uk/naric/

Criminal Records Bureau: www.gov.uk/government/organisations/disclosure-and-barring-service

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Insegnare italiano nel Regno Unito (parte 1)

Novembre 15, 2017 by itxstra

di Marika Romano

Vorresti insegnare italiano nel Regno Unito? Ci stai pensando da un po’?

Ecco alcune cose che devi sapere prima.

Molti italiani che vanno nel Regno Unito considerano spesso l’insegnamento dell’italiano come un’attività di ripiego e di passaggio.

Insegnare la lingua italiana però non è un lavoro che tutti possono svolgere. In primo luogo, è necessaria una buona padronanza della lingua inglese.

In secondo luogo, essere madrelingua non è un requisito sufficiente di per sé. Saper parlare bene italiano non equivale ad avere un’ottima conoscenza della grammatica e soprattutto, non significa avere la capacità di spiegarne le regole agli studenti, in particolar modo agli studenti anglofoni che hanno poca dimestichezza con la grammatica in generale.

In terzo luogo, oltre all’esperienza lavorativa, sono quasi sempre richieste qualifiche necessarie per svolgere la professione d’insegnante.

Infine, c’è da aggiungere che nel Regno Unito la richiesta d’insegnanti d’italiano nelle scuole superiori è piuttosto limitata, non essendo una lingua insegnata diffusamente. I ragazzi in generale preferiscono imparare lo spagnolo o il francese.

Inoltre il governo ha imposto notevoli tagli all’istruzione a discapito delle lingue straniere in generale. Ne consegue, quindi, che essendoci poca domanda, la concorrenza è sempre più agguerrita. Stesso discorso vale per le università.

La situazione cambia per quando riguarda l’insegnamento agli adulti, dove l’italiano è invece la lingua preferita.

Una cosa importante da sapere è che non esistono concorsi pubblici come in Italia!
Ogni scuola pubblica l’annuncio, crea una lista di candidati idonei e fa la selezione dopo una serie di colloqui.

Ma vediamo insieme che opportunità ci sono per chi volesse intraprendere questa strada.

Quali opportunità?

Si può lavorare come:

  • assistente di lingua italiana
  • lettore universitario
  • insegnante negli Istituti Italiani di Cultura
  • docente presso scuole statali e private. Molto spesso è richiesta la conoscenza di almeno una seconda lingua (di solito spagnolo o francese)
  • docente presso enti privati o scuole di lingue
  • insegnante per l’adult education o istruzione per adulti (di solito sono corsi serali)
  • insegnante privato (tutor)

Per quanto riguarda la mia esperienza personale qui in Inghilterra, svolgo tre lavori part-time: docente presso una scuola statale, tutor privata e insegnante nei corsi serali per adulti (‘leisure courses’).

Nella seconda parte vedremo più dettagliatamente caso per caso.

Insegnare italiano nel Regno Unito (parte 2)

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Una lezione utile, divertente e GRATUITA!

Agosto 29, 2017 by itxstra

Sono fondamentalmente consapevole di quanto siano importanti le attività che possono motivare i miei studenti a leggere nella lingua che stanno studiando.

Iniziando a leggere in italiano, gradualmente diventeranno più autonomi e così capaci di imparare dal mondo circostante, non solo dalle lezioni che facciamo insieme.

Quindi una lezione di lettura, ogni tanto, è molto utile!

Ma cosa leggere?

Il problema è che non voglio demotivare nessuno con testi troppo complessi, e neppure violare qualche copyright…

Una soluzione può essere rappresentata dalle letture graduate oppure dai testi in italiano con traduzione a fronte.

Due format diversi, entrambi validi.

Come docente di lingua, sono sempre alla ricerca di materiali gratuiti e adatti alle mie classi.

Perciò vorrei segnalare il sito EasyReaders.Org (appartiene allo stesso gruppo di italianoxstranieri.com).

In questo momento si possono trovare vari ebook gratuiti, per studenti di italiano che per le altre lingue (inglese, tedesco, spagnolo, francese, ecc.)

‘Il ristorante‘ è una lettura graduata, ideale per i principianti.

‘La sorpresa‘, invece, è un testo in italiano con traduzione (in inglese) a fronte.

Entrambi sono disponibili a costo zero: non serve fornire una carta di pagamento, né dati personali (eccetto l’indirizzo email).

E’ infatti sufficiente aggiungere i libri al carrello per ordinarli, indicare l’indirizzo email, e aspettare la mail con il collegamento per scaricare gli ebook (formato .pdf).

Quindi, magari in quelle giornate un po’ lunghe, oppure quando tutti sono stanchi di grammatica, leggere un capitolo in classe tutti insieme potrebbe essere sia gradevole che utile!

O in alternativa, visto che il tempo è sempre limitato, perché non preparare delle copie da distribuire agli studenti come compito a casa?

Visita il sito EasyReaders.Org

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Guida all’uso delle parole

Gennaio 23, 2017 by itxstra

In un’ipotetica biblioteca minima che ogni insegnante di italiano per stranieri dovrebbe conoscere c’è un testo che sicuramente deve avere un posto d’onore in uno scaffale centrale:

Guida all’uso delle parole

Parlare e scrivere semplice e preciso per capire e farsi capire

Tullio De Mauro, Editori Riuniti, Roma, 1980

(In questo articolo facciamo riferimento alla XII edizione).

L’obiettivo di De Mauro nella stesura della Guida non è uno solo, anzi. Un testo apparentemente così semplice, di così facile lettura, offre in realtà moltissimi spunti di riflessione per chiunque si occupi di comunicazione, di parlar bene, di parlar chiaro. Per chiunque voglia farsi capire, insomma, e farsi capire davvero.

Non un manuale di didattica, non un testo pensato precisamente per chi insegni, né tantomeno per chi insegni italiano agli stranieri. Una riflessione, piuttosto, una riflessione (al solito, quando si ha il piacere di leggere De Mauro) strutturata e matura, che, partendo da un’affermazione quasi banale (se parli e scrivi semplice e preciso è più facile che tu ti faccia capire), tocca moltissimi temi fondamentali per tutti coloro che della comunicazione efficace fanno un punto fermo nella propria missione professionale. E chi, più di un insegnante di italiano a stranieri, deve preoccuparsi di comunicare in maniera efficace e precisa?

De Mauro parte dal chiedersi cosa sia la comunicazione, cosa il linguaggio, traccia una breve storia della scrittura, parla della diffusione della scrittura, dell’alfabetizzazione… Si parla molto del destinatario, del messaggio, del linguaggio necessario e di quello creativo, si parla (molto) di parole, e si fornisce un testo nel testo: il vocabolario di base della lingua italiana. Dopo aver dato una definizione di “vocabolario di base”, infatti, De Mauro (con i suoi) propone “una lista di parole che costituiscono il vocabolario di base della lingua italiana”. Si tratta di una lista di circa 7000 vocaboli che, sulla base dei parametri della frequenza, della dispersione, e dell’uso, costituiscono un nucleo di parole che consente di esser compresi da circa l’80% degli italiani.

È bene ribadirlo: la Guida all’uso delle parole non è strutturata, pensata o elaborata in funzione della didattica dell’italiano L2/LS: l’obiettivo è un altro, ed è decisamente più sociolinguistico (come spesso avviene con De Mauro) che glottodidattico. La prima edizione di questo testo è datata 1980: siamo agli albori della ricerca italiana sulla didattica delle lingue, e la Guida, se da un lato si pone in maniera molto precisa su temi a noi vicini, dall’altro non è fatta specificatamente per chi insegna, soprattutto per chi insegna italiano a stranieri. Si parla molto di alfabetizzazione, sì, ma in termini di capacità di produzione e comprensione di testi (soprattutto scritti) da parte di italofoni con un basso livello di scolarizzazione. Si parla di comunicazione precisa, chiara, semplice ed efficace, ma non della comunicazione in aula.

Tutte le riflessioni della Guida, però, sono riproponibili, e senza grosse forzature, al nostro campo.

Sì, è vero, l’alfabetizzazione non ci riguarda poi così tanto. Gli stranieri che studiano l’italiano, e lo dice più di qualche studio, hanno di solito un livello di scolarizzazione e di alfabetizzazione nella loro L1 piuttosto alto, e studiano la nostra lingua dopo aver già appreso almeno un altro idioma straniero. È possibile modellare su questi studenti una riflessione pensata per italofoni con una scarsa alfabetizzazione? In che termini?

Alzi la mano chi non ha mai lavorato con i migranti. Il lavoro con questa categoria unica di studenti, con peculiarità e bisogno molto definiti, è nient’altro che un lavoro di alfabetizzazione. La lingua è uno strumento unico, indispensabile, per questi studenti più che per molti altri, di inclusione sociale, una prima, piccola, fragile chiave per aprirsi un posticino nel mondo. E i nobili temi dell’alfabetizzazione, tanto cari a De Mauro, ritornano, trentacinque anni dopo, con molta veemenza. Un migrante che non conosce l’italiano è molto più facilmente vittima di abusi, di sfruttamento, di esclusione sociale. La lingua è una leva indispensabile per poter tentare di sollevare il macigno dell’emarginazione: e questo accadeva qualche decennio fa in un’Italia che iniziava a riflettere sull’alfabetizzazione di massa, che pendeva dalle labbra del maestro Manzi, e avviene oggi, in un Paese dove le stesse questioni si riaprono per proiettarsi su chi ha e ha avuto l’assoluta necessità, il bisogno vitale, di attraversare mari, deserti e sofferenze per provare ad approdare qui da noi.

L’analisi della Guida sulla comunicazione efficace e semplice, inoltre, è uno spunto interessante che si adatta a una riflessione ben nota in glottodidattica, quella sul teacher talk.

Il teacher talk, giova ricordarlo, è quella forma molto semplificata di parlato dell’insegnante (in classi L2/LS) che mira a farsi capire dalla classe, a non sovraccaricare i poveri studenti con uno stimolo linguistico al di fuori della loro portata. Il vantaggio di questa varietà semplificata dell’italiano è che i nostri studenti faranno quel piccolo sforzo necessario alla comprensione, sforzo che facilita di gran lunga l’apprendimento, e che comunque è alla loro portata. Lo svantaggio, soprattutto secondo alcuni autori, è la perdita dell’autenticità: a che serve, ci si domanda, che lo studente, soprattutto principiante, capisca tutto (o quasi) in aula e poi brancoli nel buio dell’incomprensione non appena uscito da scola? Il dibattito sull’autenticità dell’input è immenso, non è questa la sede per darne conto.

È utile, però, riflettere, e De Mauro in questo ci aiuta non poco, sulla differenza tra una produzione semplice e una produzione semplificata. Che cosa vuol dire parlare semplice? È un impoverimento linguistico? È un output che noi useremmo con un altro madrelingua, o che risulterebbe assurdo, forse puerile? Un’attenta lettura della Guida pare utile per questo: per capire cosa stiamo dicendo. Con quale varietà di italiano entriamo in classe? La semplificazione che operiamo, soprattutto con i principianti, ha un qualche senso linguistico o è un solo un collage di quei pochi pezzi che i nostri studenti possono capire senza soluzione di senso e continuità? C’è modo di monitorare con attenzione e consapevolezza la nostra lingua, prima di pretendere di insegnarla?

Sono domande, tante domande, che prima o poi è necessario farsi (e rifarsi).

E che trovano nella Guida all’uso delle parole, se non una risposta, almeno una base per una riflessione sana.

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