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Terza età ed insegnamento (parte 2): il docente

Dicembre 14, 2017 by itxstra

di Marika Romano 

Terza età ed insegnamento (parte 1): lo studente anziano

Il docente che insegna agli individui anziani deve possedere una ottima dose di empatia, disponibilità, flessibilità e molta pazienza.

Ci sono alcuni fattori da tenere in considerazione:

Udito

Gli studenti anziani hanno spesso problemi di udito perciò è importante che gli insegnanti abbiano alcuni accorgimenti e seguano alcune regole:

  • parlare chiaramente e più lentamente
  • regolare il volume di video ed esercizi d’ascolto
  • ripetere i listening un paio di volte
  • assicurarsi che non ci siano rumori che disturbano la classe
  • utilizzare video (non troppo lunghi) o spezzoni di film che permettano allo studente di leggerne il contesto

Quando insegno in Inghilterra, devo forzarmi a rallentare la mia parlata che immancabilmente accelera non appena arrivo in Italia!

Vista

La riduzione della vista è un fattore importante da considerare nel contesto didattico dato che l’apprendimento umano avviene per vie visive all’80%.

Il docente dovrebbe:

  • stampare il testo a lettere più grandi per facilitarne la lettura
  • assicurarsi che gli studenti possano vedere la lavagna
  • scrivere in modo chiaro alla lavagna
  • che la stanza sia sufficientemente illuminata

Problemi motori

Molti anziani hanno spesso problemi di mobilità o soffrono di dolori articolari, quindi è importante che:

  • le sedie siano comode (alcuni si portano un cuscino da casa)
  • se ci sono giochi di ruolo, magari far sì che siano i più agili a muoversi nella classe. Sono assolutamente da evitare attività troppo energiche

Memoria

È risaputo che nelle persone anziane in generale c’è una diminuzione della memoria a breve termine e un declino della velocità di rielaborazione. L’insegnante può aiutare lo studente a superare questo declino cognitivo in vari modi:

  • ripetere sistematicamente la grammatica e il lessico. A volte può essere frustrante dover rifare e ridire le stesse cose ma, come ho già detto, ci vuole molta pazienza
  • incoraggiare gli studenti ad utilizzare strategie personali. Molti dei miei studenti ‘agganciano’ una parola italiana ad una simile inglese oppure inventano acronimi per ricordare una sequenza
  • lasciare loro più tempo per potersi esprimere
  • ripetere più volte gli esercizi di ascolto o un video. Le lezioni in generale sono più diluite

Il piacere di apprendere

Ovviamente l’insegnante deve ricordare che l’apprendimento di una lingua deve essere vissuto come un’esperienza positiva e non stressante. Moltissimi studenti anziani temono il fallimento; magari in passato sono stati degli studenti ‘scarsi’ o hanno già provato ad imparare una lingua senza alcun risultato. È fondamentale che l’insegnante faccia sentire gli studenti a proprio agio, non li metta in situazioni stressanti, stemperi l’ansia e non li giudichi duramente. Un po’ come insegnare ai bambini!

É importante quindi:

  • evitare i test cronometrati che sono fonte di ansia
  • concedere più tempo per completare le attività
  • promuovere un’atmosfera rilassata e amichevole
  • sostenere positivamente gli studenti, apprezzandone i progressi

Molto spesso consiglio ai miei studenti di guardare indietro nel tempo per constatare quanto abbiano appreso fino a quel momento e fare un confronto con la situazione passata. Questo è un ottimo incentivo per poter proseguire, soprattutto quando ci sono momenti di sconforto e frustrazioni. Inoltre, in quanto insegnante in un paese straniero, paragono la mia situazione alla loro. Anch’io, anche se in misura molto minore, vivo le stesse frustrazioni. Non salgo su un piedistallo ma faccio sì che si sentano nella mia stessa barca.

Ah, dimenticavo: la mia studentessa più anziana ha appena compiuto ottanta anni!

Lettura consigliata

Un interessante estratto di Maria Cecilia Luise, Terza età e educazione linguistica. Narrazione e letterature come spazio per la memoria, la saggezza e la creatività.

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