Se sei un’insegnante di italiano avrai di sicuro, almeno per un periodo della tua vita, studiato un’altra lingua. O almeno avrai provato a studiarla. L’avrai fatto alla scuola dell’obbligo, o all’università, o in un corso di lingua all’estero, o in modalità auto-studio. Qualcuno di voi potrebbe anche aver praticato la lingua con amici stranieri, colleghi, clienti, fidanzati o amanti. Devo dire che praticare la lingua con un fidanzato o un amante ha sempre portato ad ottimi risultati, ma questo ovviamente dipende dalla durata della relazione…
Se ripenso alla mia esperienza con lo studio dell’inglese, mi immagino che sia andata allo stesso modo un po’ per tutti. Classe 1981, ho cominciato con l’inglese alle scuole superiori (alle medie da noi al sud si studiava ancora il francese, di cui mi innamorai subito ed è ancora oggi una delle lingue che parlo meglio). La mia insegnante di inglese aveva sempre i denti sporchi di rossetto e ci spiegava la grammatica scrivendo le frasi e le regole alla lavagna. Il suo era un approccio formalistico-deduttivo, insomma il più classico degli approcci glottodidattici. Le attività erano, in ordine sparso, apprendimento degli aspetti morfosintattici, dettato, traduzione e lettura soprattutto di testi classici della letteratura inglese. In particolare, con la letteratura, la Prof leggeva ad alta voce e noi ascoltavamo. Qualche volta chiedeva a noi di leggere ad alta voce e, alla fine della lettura, non verificava mai la nostra comprensione del testo.
Ma che noia! E che inutilità. A me le ore di inglese piacevano lo stesso, perché andavo matta per le lingue straniere, ma i miei poveri compagni, quelli che prendevano sempre quattro e non ricordavano mai niente, forse non avevano proprio tutte le colpe…
Se solo potessi, andrei a riprendere quei compagni nel passato e gli proporrei di ricominciare a studiare l’inglese. Ma non con i testi di letteratura della Prof col rossetto sui denti. Gli proporrei delle letture graduate, come quelle che oggi propongo ai miei studenti di italiano. Partendo dal livello A1, fino ad arrivare al C2, le letture graduate sono così organizzate: divise in capitoli, includono delle attività sul testo che permettono di verificare la comprensione della lettura (vero o falso, risposta multipla, matching, ecc…) e un glossario utilissimo con tanto di traduzione.
I miei studenti non possono più farne a meno. Hanno cominciato con la prima lettura A1, per poi provarne altre due o tre e poi passare al livello successivo e così via. Non solo le letture graduate migliorano la comprensione scritta e il lessico, ma, soprattutto, aumentano entusiasmo, motivazione e autostima, tre elementi chiave per lo studio di una lingua straniera.
Ecco il link alle letture graduate che i miei studenti usano ed apprezzano tanto: https://easyreaders.org/product-category/italian/
https://easyreaders.org/catalogue/
Gea STELLA dice
Buongiorno,
mi è piaciuto molto il Suo articolo e mi interessa il metodo delle letture graduate.
Io insegno italiano ai francesi, in particolare li formo all’italiano commerciale parlato e scritto in azienda.
Ha qualche testo da consigliarmi ed eventuali suggerimenti per rendere più efficace la mia didattica?
I miei alunni in genere partono dal livello B1, io li faccio “crescere”.
La ringrazio per la Sua attenzione.
Cordiali saluti.
itxstra dice
Il miglior sito su cui trovare letture graduate è
https://easyreaders.org/