La parte (1) si trova qui
1) Non chiedere senza dare. Se il capitolo “pronuncia ed intonazione” non fa parte del nostro piano didattico, è perfettamente inutile correggere occasionalmente errori relativi ad esso. In un certo senso è persino ingiusto, poiché non lo abbiamo stabilito come argomento degno di essere preso in considerazione da parte dell’alunno. Se invece abbiamo introdotto il tema già da alcune lezioni, (come? Date un’occhiata alla parte 1) possiamo iniziare a correggere pronuncia e intonazione.
2) Evitare gli eccessi. L’enfatizzare eccessivo di pronuncia e intonazione risulta posticcio quando non in armonia con la conoscenza reale e sedimentata della lingua. Non imponiamo allo studente la meta di una pronuncia impeccabile e un’intonazione formidabile in tempi brevi. Piuttosto, prefiggiamoci come obiettivo a lungo termine per lui/lei un modo di parlare chiaro ed efficace. È importante che l’alunno sappia “come lo direbbe un italiano”, questo lo aiuterà enormemente nella comprensione. È cruciale, poi, che si impegni a riprodurre tale modo ma senza uno sforzo esagerato. Altrimenti risulterà caricaturale.
3) Non buttarsi giù. Gli esercizi di pronuncia non danno immediatamente i propri frutti. Anzi, per settimane ci sembrerà che l’alunno non avanzi di un millimetro Per questo motivo è molto importante non scoraggiarsi. Eh lo so, sembra scontato… Ma mantenere alto il morale dell’alunno e il proprio è fondamentale! Il miglioramento “a scatti” ha una sua logica: i muscoli devono allenarsi a produrre nuovi movimenti, e dunque, suoni.
4) Non alzare troppo velocemente il livello. Per evitare di demoralizzare l’alunno (vedi il punto 3) è meglio non metterlo nelle condizioni di sbagliare molto. Iniziamo da cose semplici e alziamo gradualmente l’asticella. È meglio avere pochi errori su cui lavorare piuttosto che (forse galvanizzati dai primi successi) lanciarsi subito verso ardue imprese.
5) Non abusare delle correzioni. Quando lo sforzo non è concentrato unicamente su pronuncia e intonazione, meglio essere flessibili nelle correzioni. Sta alla sensibilità di ciascuno stabilire quando insistere o meno. È bene, in ogni caso, essere coerenti: nella stessa lezione/fase della lezione o si corregge sempre uno stesso errore o lo si ignora. Altrimenti manderemmo un messaggio contraddittorio.
6) Non limitarsi all’esercizio di inizio lezione. Per velocizzare il processo di apprendimento è sempre utile registrare tanto noi stessi quanto l’alunno. Inoltre potremmo suggerirgli attività di ascolto da svolgere a casa. Troverete una fonte pressoché inesauribile di materiale da ascoltare (e ripetere!) qui.