Per rispondere subito ai due quesiti direi che è bene affrontare la pronuncia e l’intonazione in parallelo a tutti gli altri elementi linguistici, in modo breve ma costante. Si possono considerare un riscaldamento quando si comincia la lezione.
Il cervello dell’alunno recupererà così, fin da subito, il programma “pronuncia e intonazione” e (si spera!) lo manterrà aperto durante tutta la sessione. Svilupperà inoltre un’abitudine ad aprire tale programma ogni qualvolta si sintonizzi sul canale “italiano”.
Ecco dunque un esercizio semplice da svolgere 5/7 minuti:
Prendiamo come spunto le frasi dell’inizio della conversazione nel caso di principianti. Mi riferisco a principianti nello studio della pronuncia e dell’intonazione (potrebbero essere persone che hanno già un livello B o persino C).
Insistiamo sui punti deboli dell’alunno (ad esempio, marcando in modo secco le R e le vocali nel caso degli inglesi, magnificando la differenza tra B e V nel caso degli spagnoli, distinguendo la E e la A nel caso dei turchi, eccetera).
Per prima cosa pronunciamo e facciamo ripetere parola per parola allo studente. Soffermiamoci su ciascuna delle parole in questione, suggerendo altri vocaboli che abbiano assonanza nella ritmica o nella pronuncia. L’obiettivo è una rapida ‘full immersion’ in un certo suono. L’alunno non deve ripeterle tutte, bensì concentrarsi solo sulla parola di partenza (ad esempio, se la parola è “azione”possiamo proporre “relazione, variazione, presentazione, animazione”…) per poi tornare a insistere un paio di volte sulla parola trattata (azione). Ora tocca a lui/lei ripetere.
Recuperiamo, a questo punto, sequenze di tre o quattro parole e chiediamogli di ripeterle.
Infine, facciamo la stessa cosa con la frase intera, senza curarci dell’intonazione generale. Altrimenti si mette troppa carne al fuoco.
Trattiamo, invece, l’intonazione nella fase finale dell’esercizio. Ripetiamo un paio di volte la frase e, nel caso in cui l’alunno abbia difficoltà, proponiamogliela per iscritto. Per alcune persone è utile visualizzare la dinamica.
Stabiliamo, in questi casi, un codice con l’alunno. Ad esempio, frecce o linee che marchino le salite e discese di tono (come un elettrocardiogramma), X o punti per le micro-pause all’interno della frase.
La parte (2) si trova qui