di Francesca Bizzotto
Che tu sia un insegnante navigato o alle prime esperienze, la lezione di prova con un nuovo studente non ti lascia mai indifferente. Giustamente vuoi fare una buona impressione, vuoi che lo studente veda fin da subito le tue capacità e che decida, grazie a questo primo incontro, di averti come suo insegnante. Allora, come ci prepariamo al primo incontro?
Sfruttiamo al massimo il primo scambio d’email
Non usiamo il primo contatto con lo studente soltanto per accordarci sulla data dell’incontro. Cerchiamo invece di prendere già le prime informazioni sullo studente: chi è, da quanto tempo studia italiano, quali sono le sue passioni… Se siamo abbastanza fortunati da ricevere una risposta in italiano, possiamo già avere una prima idea sul suo livello linguistico e magari raccogliere alcuni preziosi spunti per preparare una buona prima lezione.
Il primo incontro come test reciproco
Se il primo incontro è una sorta di test d’ingresso informale sul nostro studente, è altrettanto vero che, dall’altra parte, sarà un test di valutazione di noi come insegnanti. Per questo già la prima lezione è condita dal desiderio di soddisfare le sue aspettative e dall’ambizione di creare fin da subito una certa sintonia. Certo, lo sappiamo, nel tempo impareremo entrambi a prendere le misure e ad apprezzarci ma, in questo caso, abbiamo solo una lezione per “conquistarlo”. Dunque, poniamoci pochi obiettivi, chiari e semplici.
Due obiettivi
Personalmente mi pongo sempre due obiettivi principali: creare una buona atmosfera e lasciargli qualcosa da “portare a casa”.
Al termine dell’incontro, infatti, il suo giudizio sulla nostra lezione si costruirà in due momenti differenti. Il primo, immediatamente, sarà concentrato su come si è sentito: lo abbiamo fatto divertire? L’abbiamo messo a suo agio? Ottimo! L’abbiamo annoiato o fatto sentire sotto pressione? Non bene. Il secondo giudizio, un po’ più lucido, si formerà a distanza di qualche ora o giorno: si chiederà “Cosa ho imparato? Sarà utile seguire le lezioni con questo insegnante?”
Dunque organizzo sempre la lezione tenendo a mente questi obiettivi.
Organizziamo la lezione
Nonostante io odi la monotonia e cambi spesso i contenuti della prima lezione, seguo sempre la stessa struttura e alcune semplici regole. Le riassumo in pochi punti:
- Parto da un argomento a lui familiare (ispirandomi magari proprio allo scambio di mail). Questo lo metterà facilmente a suo agio, lo farà giocare in un terreno sicuro, abbassando il filtro affettivo e permettendoci di scorgere subito chi è il nostro studente.
- Preparo materiali diversi, in modo da poter disporre di una vasta gamma di piccole attività da cui attingere in base all’andamento della lezione. Creare in itinere il percorso mi permette di modulare la difficoltà sulla base dei feedback che ricevo e “testare” il livello dello studente. Non dimentichiamoci che non sempre il livello da lui dichiarato corrisponde a quello reale. Restiamo pronti a tutto!
- A meno che lo studente non abbia fatto richieste specifiche, organizzo sempre brevi attività per toccare diverse abilità linguistiche (un piccolo video, un brevissimo testo da leggere insieme, una foto da commentare che apra alla conversazione, …). Ma senza esagerare con il numero: il percorso deve essergli lineare, non disorientarlo saltando da destra a manca. L’intento è rendere dinamico l’incontro e presentare un esempio di lezione.
- Prevedo sempre un “souvenir”. Come dicevo, lo studente a distanza di qualche ora ripenserà alla lezione e si chiederà “Divertente, sì! Ma cosa ho imparato?”. Ecco perché prevedo sempre che al termine della lezione lui abbia in mano qualcosa di concreto: una lista lessicale sul tema, una piccolissima (e puntuale) regola grammaticale, un gruppetto di espressioni su un ambito comunicativo particolare. Qualcosa di piccolo, ma tangibile.
Se studiamo e organizziamo nei dettagli la lezione, saremo pronti ad ogni eventuale imprevisto, potremo adattare la lezione in corso d’opera e, serenamente, ci potremo esprimere al meglio.
Naturalmente questa è una traccia che – con meno incognite e uno stato d’animo magari più leggero – possiamo seguire anche negli incontri successivi, per creare ogni volta un momento gradevole di apprendimento efficace.
Mail post lezione
Dopo la lezione, meglio senza lasciar passare troppo tempo, gli scriviamo una nuova mail per inviargli il file con gli appunti e la registrazione della conversazione. Ecco, cogliamo l’occasione per spendere due righe per ringraziarlo, offrendoci di rispondere a eventuali dubbi e, se ce n’è la possibilità, magari per lasciargli qualcosa in più sul tema della lezione. Un esempio? Abbiamo svolto la lezione sulla sua passione per gli strumenti a fiato? Inviamogli il link ad un breve video di un flautista italiano che esegue un bravo che ci piace. Sarà un ulteriore souvenir che gli dimostrerà che siamo degli insegnanti attenti.
Spero che con queste poche indicazioni, ti abbia dato l’idea che ci vuole davvero poco per prepararsi ad una prima lezione – la prima di una lunga serie – serena, efficace e d’effetto. E farci riconoscere sin da subito come insegnanti preparati e appassionati!
Buon lavoro!