Un paio di anni fa i miei professori dell’università avevano l’età che, oggi, hanno molti dei miei alunni.
Confesso che ogni tanto ho pensato di mettere un paio d’occhiali. E non perché mi manchino diottrie: ci vedo benissimo! Ma, piuttosto, per dimostrare qualche anno in più davanti ai miei alunni over quaranta.
In realtà ho capito ben presto che la credibilità non si basa sull’età anagrafica bensì sul modo in cui si impostano le lezioni.
E inoltre il madre lingua, per giovane che sia, è come un “adulto nella propria lingua”, mentre il discente è nella tappa dell’infanzia o prima adolescenza per ciò che riguarda il nuovo idioma, pur essendo adulto in un senso assoluto.
Vista in questo modo, non viene invertita la legge naturale secondo cui i più anziani insegnano ai più giovani.
Alcuni consigli…
1) L’importanza dei primi passi. Perché non dedicare la prima lezione all’alunno, a conoscere l’individuo e i suoi obiettivi linguistici? Rispetto alle lezioni con bambini e adolescenti, in cui ascoltare e conoscere servono all’insegnante per tracciare il cammino, nel caso di un adulto, una modalità più collaborativa, dialogata e disposta a concordare il percorso didattico, dà una migliore sensazione all’alunno.
2) Aut aut. A questo proposito, un modo efficace per mantenere il controllo della situazione e lasciare discreta libertà allo studente, è quello di proporre due (o tre) opzioni. Così potrà scegliere senza perdersi nei meandri dello scibile umano e senza sentirsi abbandonato a se stesso.
3) Sempre sul pezzo. Essere preparati è fondamentale. La lezione approssimativa darà l’impressione del professore sbarbatello tentennante e alle prime armi.
4) Gli errori. Vanno sottolineati con coerenza, pena la perdita di credibilità. Ciò significa che, nell’ambito di un medesimo arco di tempo, se si decide di far notare all’alunno un certo errore, bisogna farglielo notare sempre. È importante presentare l’errore in modo simpatico e disinvolto soprattutto quando è assai frequente.
5) Occhio ai complimenti. L’eccesso d’enfasi può risultare fastidioso, e l’alunno sentirsi trattato in modo infantile. È opportuno complimentarsi mostrando sincero stupore. O, per meglio dire, è bene complimentarsi quando si è sinceramente rallegrati, soddisfatti e colpiti dai risultati del discente.