Cari insegnanti di italiano per stranieri,
Come state oggi?
Le ultime due volte (questa e questa) in cui vi ho scritto, avete lasciato dei commenti così interessanti che ho deciso di provare a scrivervi più spesso. I vostri feedback mi aiutano moltissimo e spero valga lo stesso per gli altri lettori.
Tra di voi, spesso scovo professori universitari o persone che fanno il nostro lavoro da moltissimi anni (sicuramente più di me).
Quindi ho pensato, oggi, di sottoporvi una domanda a cui forse molti di voi potrebbero rispondere positivamente: Vi è mai capitato di gestire altri insegnanti?
Competenze didattiche e organizzative
A me sì, da un anno a questa parte. E non c’è lavoro per cui provi sentimenti più contrastanti!
All’inizio, ero davvero impreparata e cercavo di sopperire alle competenze che mi mancavano (nemmeno le sapevo nominare, a dire il vero) con un tentativo di controllare la situazione. Un controllo esagerato.
In altre parole, pretendevo che ogni insegnante si comportasse come me, a lezione. “Io in questo caso faccio così e in quest’altro faccio cosà”, ripetevo continuamente. Non lasciavo loro nessuna libertà di sperimentare metodi diversi dai miei.
Piano piano, ho imparato a delegare e a fidarmi. Per fare questo, devo dire, ho dovuto prima predisporre un sistema organizzativo stabile, fatto di file condivisi e di riunioni mensili pianificate. Incoraggiavo il gruppo di insegnanti che mi ero ritrovata a gestire a scrivermi ogniqualvolta avessero un dubbio.
In questo, devo dire, creare un gruppo di WhatsApp è stato fondamentale, seppure sia stato difficile cercare di non guardarlo o di non scrivervi nel fine settimana (penso sempre che il weekend sia sacro e che ogni lavoratore abbia diritto a “staccare”, non importa quanto flessibile sia il tipo di lavoro che fa).
Vedere il modo in cui alcuni insegnanti facevano lezione, mi ha portata a esplorare strade didattiche che non avevo mai usato prima. Un esempio è la condivisione di un video durante una lezione di conversazione. Ho sempre pensato che questo tipo di materiale andasse bene per corsi tematici di gruppo, piuttosto che per lezioni individuali. E invece mi sono ricreduta: se utilizzati nelle giuste dosi, possono stimolare lo studente positivamente.
Le competenze didattiche che ciascun insegnante ha, tuttavia, sono distinte da quelle organizzative e ancora diverse da quelle gestionali. Mi sono ritrovata, con mio grande stupore, a interrompere insegnanti che iniziavano a raccontarmi nel dettaglio le loro questioni con uno studente o il loro calendario e i rispettivi impegni. Stop. Linea superata, mi dicevo. Perché chi ha il compito di gestire delle persone non può permettersi di immagazzinare informazioni non utili allo scopo. Un puzzle si fa se si guarda l’immagine dall’alto e non se si cerca di dare un senso al singolo pezzettino.
“Scrivi allo studente e organizzatevi in autonomia”, era la mia risposta, “poi mi fai sapere”.
Certo, dare fiducia alle persone è molto rischioso. Ultimamente sto avendo diversi problemi con un’insegnante inesperta, distratta, decisamente inaffidabile. L’istinto sarebbe di lasciarla fuori dal progetto, ma una parte di me vede in lei quello che io ero all’inizio: impreparata a insegnare perché non l’avevo mai fatto.
Ma da qualche parte bisogna pure iniziare, giusto?