Le liste mi piacciono moltissimo, specialmente le cosiddette to do list. Spuntare le parole punto per punto è gratificante e certe volte dà pure un senso alla giornata, che sia stata impegnata in ufficio o al supermercato. Fatto, finito, missione compiuta.
Quando invece si tratta di insegnamento, le liste diventano pericolose. Secondo me sono molto utili per stilare il programma del corso o i compiti delle vacanze di Natale, ma lo sono un po’ meno quando si utilizzano allo scopo di far assimilare dei vocaboli.
Le parole estrapolate dal loro contesto, riportate asetticamente una dopo l’altra, diventano pesanti come dei macigni per la memora.
Sì, ma! – potrebbe ribattere qualcuno – come faccio a far percepire allo studente che ha imparato qualcosa di nuovo dopo la lezione? Cos’altro posso lasciargli da “portarsi a casa”?
Un concetto può bastare
L’esperienza mi ha insegnato che gli studenti non sono scatole da riempire. Ogni volta che li incontriamo ci troviamo davanti una grande complessità: la personalità, l’umore del giorno, le aspettative, le conoscenze e i dubbi. La loro scatola è tutt’altro che vuota!
Un bravo e una brava insegnate sa cogliere quella complessità e capire quale aspetto abbia maggiore peso in una certa lezione, che – ricordiamolo sempre – si tratta di un evento unico e inimitabile. Così, una volta si ritroverà a stravolgere i piani e rimarrà a chiacchierare a lungo dei problemi famigliari del suo interlocutore, ma la volta dopo potrebbe rendersi conto che lo studente non ha affatto voglia di parlare di com’è andata la sua settimana. In quel caso, guardare insieme un video divertente è proprio ciò che gli serve per lasciarsela alle spalle, quella brutta settimana.
Certo, lo scopo della lezione non è terapeutico ma educativo. Ed è proprio qui che entriamo in gioco noi insegnanti. Noi che, nel momento giusto, sappiamo cogliere il concetto che darà un senso alla lezione di italiano.
Prendiamo il caso (vero, fresco di stamattina) dello studente che ci racconta che ha comprato delle saponette come regalo di Natale e ora casa sua smells. Come non cogliere l’occasione di insegnargli che to smell in italiano si dice in due modi diversi? Ovviamente, non prima di avergli lasciato finire il discorso per non interromperlo.
Potrei farti innumerevoli esempi, ma sarebbero difficili da spiegare perché sono piuttosto unici. Non parlo degli errori, che spesso si ripetono, ma del momento giusto.
Il momento giusto non si può prevedere, bisogna semplicemente stare all’erta e rimanere ricettivi per tutta la durata della lezione. Col tempo, si impara anche ad avere pazienza, per non bruciarsi tali occasioni nei primi minuti di lezione.
Infatti, non serve strafare: un concetto può bastare.
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