Questo non vuole essere uno dei soliti articoli che ti spiegano come insegnare italiano online. Non sarà come una delle migliaia di “guide” che sono spuntate come funghi sul web, da quando è iniziata la pandemia.
Vorrei invece provare a fare una riflessione con te, mettendo sul piatto la mia esperienza come insegnante di italiano online da ben prima che la didattica di tutto il mondo si spostasse sulle piattaforme digitali. Il mio obiettivo è mostrarti che, forse, noi insegnanti non abbiamo bisogno di nuovi manuali, ma solo di un po’ di buon senso.
Il primo segreto per insegnare online: prepara i tuoi studenti
Questo punto, secondo me, è tanto fondamentale quanto spesso viene dato per scontato.
Premetto di avere trent’anni, un’età che mi rende parte di quella categoria di “nativi digitali” o “Millenials” qual dir si voglia, a cui si aggiunge un background come lavoratrice digitale abituata a viaggiare con il portatile sottobraccio.
Ebbene, dall’alto delle mie (presunte) competenze digitali, ammetto di aver accusato un evidente senso di spaesamento la prima volta che sono stata letteralmente “buttata” in una stanza di Zoom.
Si trattava di un colloquio per insegnanti di italiano che volevano collaborare con una nota università del nord Italia, anticipato da scarse informazioni per parteciparvi. Mi sono ritrovata in una videochiamata con sconosciuti che, con video attivo e nome-cognome in bella vista, rimanevano zitti… Come me, non avevano idea di cosa avrebbero dovuto fare. Quando sono poi stata “ri-buttata” in un’altra stanza, mi sono sentita un po’ a disagio (per non dire un po’ innervosita) dalla fredda accoglienza. Inutile raccontarti l’epilogo di questa fallimentare comunicazione lavorativa dell’era digitale.
Il punto è: se mi sono sentita così, nonostante le mie competenze e le risorse a mia disposizione, come potrebbe sentirsi uno studente straniero che si approccia a un nuovo corso di italiano online? Non sto parlando necessariamente di una questione legata all’età anagrafica, mi riferisco a un problema di chiarezza.
Un insegnante, proprio per via del suo ruolo, dovrebbe essere in grado di preparare lo studente allo strumento che ha scelto di utilizzare per realizzare il corso di lingua online.
Una email chiara, prima dell’incontro, è sufficiente: basterebbe scriverci, per esempio, che è consigliabile utilizzare degli auricolari per evitare l’eco, che è possibile modificare la visualizzazione del video attraverso le impostazioni (sui siti delle varie piattaforme, ci sono spesso mini-video che spiegano come usarle), che sarà importante visualizzare la funzione della “chat” (io la uso moltissimo per scrivere le parole più difficili che uso mentre parlo, e tu?) e così via.
Il segreto per capire qual è la migliore piattaforma per insegnare online
Super spoiler: non esiste la migliore piattaforma per insegnare online. Piuttosto, esiste la migliore per te e per i tuoi studenti in una determinata situazione.
Ti faccio subito un esempio: io ora mi trovo molto bene con Zoom per le lezioni online individuali. I miei studenti possiedono il link alla mia “stanza” e sanno che dovranno sempre usare quello all’orario e nella data che abbiamo concordato. Ho dato loro una passcode e ho attivato la sala d’attesa, così da poterli ammettere quando sono pronta. Quando mi capita di avere due lezioni consecutive, un nuovo studente compare nella waiting room: ho tutto sotto controllo, in un unico posto. Inoltre, non sono obbligata a effettuare l’abbonamento al servizio, poiché non esiste limite di tempo per le lezioni one-to-one.
Ecco altri esempi: per le lezioni di gruppo, prediligo Google Meet, in quanto non prevede i limiti di tempo che ha Zoom e può essere collegato facilmente a Google calendar. Google Meet, tuttavia ha lo svantaggio di non poter mantenere il contenuto della “chat”, che si perde una volta chiusa la videochiamata. Questo non succede per esempio con Skype: ogni utente può ritornare sulla conversazione per visualizzarla e ripercorrere quanto accaduto in quel lasso di tempo. Con Zoom, la questione è ancora diversa: la chat può essere salvata in un file di testo. Io la trovo una funzione molto utile perché mi permette di copiare e incollare il contenuto nella mail di feedback che invio ai miei studenti, apportando le modifiche che reputo necessarie.
La morale? Fai tante prove sul funzionamento di ogni piattaforma con amici e familiari, prima di scegliere quella più adatta a te. Certo, tutti potrebbero decantare l’una o l’altra per le sue innumerevoli funzionalità… Tu prova invece a pensare a quelle che realmente ti serviranno.
Il segreto per essere un buon insegnante (anche) online
Infine, ti svelo l’ultimo segreto: pensa a te stesso, pensa a te stessa.
Intendo dire che dovresti prenderti cura di te sia come persona, sia come insegnante.
Come? Tanto per cominciare organizzando le lezioni in modo tale da avere una pausa tra una e l’altra, almeno di mezz’ora (ma ancora meglio, di un’ora). Quel tempo è fondamentale per compilare registri di qualsiasi tipo (io, per esempio, uso un’applicazione online che si chiama Trello, dove mi appunto il contenuto di ogni lezione dopo averla terminata) o per dare i compiti, mandare mail di feedback agli studenti, o anche solo per prenderti un caffè, sgranchirti le gambe, andare in bagno. Perché, se è vero che “tanto siamo in casa”, è anche vero che il nostro corpo e la nostra mente hanno bisogno di una boccata d’aria ogni tanto.
Le mie riflessioni sul tema dell’insegnamento online per questa settimana sono finite, ma mi piacerebbe molto sapere quali sono le tue. Intanto che aspetto un tuo commento, ti ricordo che puoi leggere tutti gli altri articoli per insegnare l’italiano agli stranieri. Tempo fa, per esempio, ne ho scritto uno riguardo alle risorse web per imparare italiano, che potresti voler segnalare ai tuoi studenti.
Matteo Bianchi dice
Complimenti per i consigli
barbara dice
Grazie Matteo!