Come aiutare l’alunno a pensare invece di memorizzare?
Per apprendere una lingua è necessario uno sforzo mnemonico, per crearsi un bagaglio di termini, declinazioni e costruzioni che funzionino come base per organizzare le successive acquisizioni.
Tuttavia la memoria va agevolata e potenziata con alcuni trucchi, e supportata con la comprensione. Ecco, di seguito, alcuni elementi che facilitano la memorizzazione e che l’insegnante di italiano può impiegare durante le lezioni:
1.
Le traduzioni “maccheroniche”.
Quando la struttura richiesta dai termini (soprattutto nel caso dei verbi o di formule fisse) è peculiare e differente da quella utilizzata nella lingua madre dagli studenti, le traduzioni maccheroniche sono un ottimo alleato. Esse permettono allo studente di capire come un italiano penserebbe quel verbo o costrutto.
Al principio gli/le suonerà strano ed artificioso ma questo, dal punto di vista della memoria, è solo un vantaggio! Masticherà un poco la formula che gli avete proposto proprio perché risulta stridente. Insistete sull’espressione in questione proponendogli/le subito alcune frasi in cui questa compaia. Così ne accelererete il processo di assimilazione;
2.
I costrutti equivalenti.
La situazione agli antipodi, rispetto a quella appena trattata, è quella in cui in inglese (o nella lingua madre dell’alunno) la struttura in questione ha un corrispettivo esatto. Anche in questo caso sottolineate abbondantemente l’affinità tra le due espressioni, così l’alunno ricorderà di dover semplicemente ricorrere a una traduzione letterale e aggiungerà da subito l’espressione appena imparata a quelle che usa con disinvoltura.
3.
L’etimologia delle parole.
Quando l’insegnante ha una buona conoscenza del latino e del greco antico può senz’altro impiegarla. Va tenuto presente, però, che l’obiettivo è quello di alleggerire lo studente e non di caricarlo ulteriormente con informazioni superflue. Bisogna pertanto limitarsi a dare un appiglio utile alla memoria ed evitare riferimenti eccessivamente complessi.
Facciamo un esempio efficace.
Come memorizzare il termine “cattivo”?
“Cattivo” deriva da captivus, ovvero prigioniero, da cui anche l’inglese captivity.
Questo tipo di spiegazione agevola la memoria poiché ha un riferimento noto nella lingua inglese e coinvolge una specie di “storia” o inferenza che è la seguente: il termine è passato dal designare chi sta dietro le sbarre, perché prigioniero di guerra o incarcerato, a indicare tutti coloro che sono malvagi.