Ecco l’eterno dilemma degli insegnanti di lingua: durante le mie lezioni devo dedicare più tempo allo studio della grammatica oppure alla conversazione?
Io credo che l’errore sia già nell’impostazione della domanda poiché la questione è: vuoi insegnare ai tuoi studenti a parlare l’italiano o vuoi insegnargli a parlarlo bene?
Se la tua risposta è la seconda, sappi che dovrai trovare di volta in volta il giusto equilibrio. Ogni lezione deve avere una parte dedicata allo studio della grammatica ed una alla conversazione, ma non è detto che debbano essere necessariamente tutte uguali.
Magari una volta potrete impiegare due ore per spiegare il congiuntivo e la successiva altre due per metterlo in pratica con esercizi concreti; l’importante è che le tue lezioni siano sempre stimolanti e divertenti.
Bisogna spronare gli alunni a parlare in italiano, ma bisogna soprattutto dar loro gli strumenti corretti per farlo. Tralasciare complesse spiegazioni di temi grammaticali perché noiose non aiuta, anzi spesso costringe a tornare più volte sullo stesso argomento perché non è stato capito appieno o interiorizzato nei tempi e nei modi giusto.
Potrei dirti di avere sempre una schematica divisione del tempo a tua disposizione, ma invece ti dico di sfruttarlo al meglio preparando con anticipo le tue lezione e preventivando di dedicarti a tutte le fasi dell’apprendimento. Nessuna di esse è meno importante perché solo insieme danno una formazione completa.
Sappi che ci sarà sempre qualche alunno scontento (per l’appunto chi vuole più grammatica e chi più conversazione), ma poi sarà lo stesso che andando avanti nello studio si aspetta maggiore precisione e meno dilettantismo.
Il mio parere a riguardo è: se un principiante parla in maniera spigliata con qualche piccolo errore, non riprenderlo, lascia che si esprima in libertà. Viceversa, dagli molti compiti scritti per casa di modo che si alleni a non sbagliare.
Se invece uno studente intermedio fa errori banali, magari i soliti su un argomento imparato male dall’inizio, sarà necessario insistere sulla correzione. Non cercare la perfezione, ma almeno il miglioramento costante.