All’interno del gruppo classe con il passare del tempo emergono le personalità e i temperamenti dei nostri studenti. Senza ricorrere a luoghi comuni, in una classe multietnica, persone del Sud America saranno più espansive di altre provenienti dall’Asia, e così via. Noi saremo sempre l’ago della bilancia che condizionerà la lezione: possiamo rendere loro la vita facile oppure impossibile! E il problema c’è quando non ce ne accorgiamo. Per noi, tutti gli studenti sono uguali ma unici allo stesso tempo, perché hanno delle necessità e delle ambizioni diverse.
Il filtro affettivo
La partecipazione e il coinvolgimento degli studenti non sarà mai uguale per tutti. Cerchiamo sempre di trattare gli studenti nello stesso modo, non facciamo favoritismi perché rischieremmo di perdere la collaborazione degli altri. Quando una persona si rifiuta di partecipare a un’attività, di lavorare con un suo compagno, di rispondere a una semplice domanda, sta in realtà innalzando una barriera emotiva che è molto pericolosa. Il filtro affettivo non solo danneggia il lavoro di classe, ma disturba il processo di apprendimento dello studente in questione. Si tratta di una difesa psicologica dettata dalla mente quando si prova ansia, si teme di fare una brutta figura e viene minata l’autostima. Se lo studente perciò interpone questo filtro tra sé e il resto della classe, è come se abbandonasse la lezione, pur rimanendo in classe.
Fattori da considerare
Per capire meglio le persone che abbiamo di fronte, dobbiamo analizzare una serie di variabili:
- La provenienza e il background culturale. Differenze linguistiche e culturali, provocano fraintendimenti involontari. Gentilezza e sorrisi abbattono qualsiasi tipo di barriera, di solito!
- L’età. Adulti e ragazzi hanno reazioni opposte di fronte alle attività presentate durante la lezione. Il mettersi in gioco, per un adulto, costa molto di più che a un ragazzo giovane. Ma per ogni regola c’è un’eccezione: le persone molto mature sono quelle che non hanno pregiudizi e si lanciano volentieri in ogni nuova avventura! Perciò fate leva sulle persone disposte a collaborare da subito, per coinvolgere i più riluttanti.
- L’emotività. L’eccessiva timidezza e sensibilità, porta a volte gli studenti a reagire in modo esagerato. Il pianto è l’arma più usata (di solito dalle ragazze). Non perdete la calma, assecondate questo momento di sconforto, e cercate subito di ravvivare gli animi, magari con un’attività ludica.