Non c’è un solo modo di pianificare una lezione, per ovvi motivi: ogni insegnante ha i suoi metodi, esistono molte teorie sull’insegnamento, dipende da che tipo di lezione si tratta, cioè se si tiene un corso individuale, di gruppo oppure un laboratorio linguistico. Qui fornirò un esempio su come si può pianificare una lezione.
Per prima cosa ci deve essere una fase di motivazione: quando si entra in classe non si può cominciare subito la lezione ma bisogna stimolare l’attenzione, la curiosità degli studenti. Si può fare ciò in vari modi: semplicemente chiedendo loro come stanno o cosa hanno fatto la sera prima, oppure si può già anticipare il contenuto della lezione con qualche immagine o scrivendo una parola chiave alla lavagna e chiedendo loro di fare ipotesi su quella parola. I metodi sono i più svariati, scegliete quello più si adatta alla lezione pianificata o al vostro carattere.
Dopo si può proporre un testo (che può essere scritto oppure orale, una canzone o un video) a cui seguirà una fase di comprensione globale che si può ottenere con esercizi di V o F oppure scelta multipla, ecc.
Dopo questa prima fase di globalità segue un’analisi più approfondita del testo, da un punto di vista lessicale oppure grammaticale o entrambi, dipende da quale sia l’argomento della lezione.
Dopodiché ci sarà una fase in cui gli studenti sono invitati a riutilizzare quanto appreso nelle fasi precedenti: è quindi questo il momento di far fare loro esercizi che prevedano l’uso delle strutture studiate prima, magari lavorando a gruppi o coppie.
A questa fase a volte può seguire una fase di ulteriore riflessione o approfondimento su un qualche aspetto visto in precedenza, questo avviene specie nei livelli più avanzati. Dopodiché si termina con una fase di verifica dove si vede se i singoli allievi hanno capito quanto visto.
È chiaro che, a seconda della durata della propria lezione, l’operazione può essere ripetuta più volte, proponendo più testi. Le fasi poi non sono sempre nettamente marcate ma possono fondersi tra loro. Questo è un metodo però poi ogni insegnante in base alla propria esperienza crea un suo modo personale.